Fonte: Beyond Pesticides - 25.11.2025
I pesticidi, le microplastiche e i PFAS stanno causando un rapido declino della salute riproduttiva maschile.

L'inquinamento chimico sta avendo un profondo impatto sulla salute generale e sulla funzione riproduttiva degli uomini. Le sostanze chimiche che alterano il sistema endocrino, tra cui spiccano i pesticidi, sono un fattore determinante. Health and Environment Alliance (HEAL), un'organizzazione europea finanziata dall'Unione Europea (UE) e da diverse fondazioni private, ha lanciato un forte appello a prestare attenzione e ad agire contro il rapido declino della salute riproduttiva maschile dovuto all'esposizione a sostanze chimiche, tra cui i pesticidi.
In un nuovo rapporto, Chemical pollution and men’s health: A hidden crisis in Europe [Inquinamento chimico e salute maschile: una crisi nascosta in Europa], gli autori dichiarano: «Le prove scientifiche sono chiare. I costi umani ed economici dell'inquinamento chimico stanno aumentando. Le soluzioni esistono. Ciò di cui abbiamo bisogno ora è la volontà politica di agire». Il rapporto è stato redatto dalla Dott.ssa Rossella Cannarella, PhD, presso il Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale, facoltà di Endocrinologia e malattie del metabolismo dell'Università di Catania (Italia).
Il rapporto di HEAL descrive in dettaglio gli allarmanti segnali di una catastrofe in corso nella salute riproduttiva maschile: cancro alla prostata, cancro ai testicoli, oligospermia e numerosi problemi dello sviluppo, tra cui criptorchidismo, malformazioni urogenitali e ipospadia. Il rapporto evidenzia come probabili fonti ambientali: pesticidi, microplastiche, ftalati, bisfenoli, PFAS e metalli pesanti. Esistono prove che tutti questi interferenti endocrini (IE) influiscano negativamente sulla funzione riproduttiva maschile.
Nell'UE si registrano 330.000 casi di cancro alla prostata. È il terzo tumore più diagnosticato negli uomini. Beyond Pesticides ha documentato ricerche che dimostrano come i pesticidi siano stati collegati ad un rischio più elevato di cancro alla prostata, compresi, in particolare, gli insetticidi piretroidi. Si veda anche l'analisi di Beyond Pesticides sull'associazione positiva tra esposizione a 22 pesticidi e insorgenza di cancro alla prostata e come causa di morte. Nell'UE, il cancro ai testicoli è aumentato del 25% dal 2014, e secondo il rapporto HEAL è attualmente il tumore più comune negli uomini di età compresa tra 15 e 44 anni. Il numero di spermatozoi è diminuito di oltre il 50% tra il 1973 e il 2018. Negli Stati Uniti, il cancro alla prostata è il tumore più comune negli uomini, con una stima di 34.780 nuovi casi nel 2025; un uomo su otto contrarrà la malattia, con un tasso di aumento del 3,0% all'anno.
L'esposizione chimica di entrambi i genitori può danneggiare la salute riproduttiva della prole maschile. Il rapporto HEAL cita una ricerca della Comunità Europea che ha rilevato forti connessioni tra l'esposizione materna durante la gravidanza a ftalati, Bisfenolo A e pesticidi, e criptorchidismo, malformazioni urogenitali, ipospadia e cancro ai testicoli nei figli maschi. L'esposizione paterna agli interferenti endocrini, come a molti pesticidi, può avere effetti transgenerazionali. Sia gli interferenti endocrini che le microplastiche possono causare cambiamenti epigenetici negli spermatozoi e nei geni fondamentali per lo sviluppo, condizionando la salute riproduttiva delle generazioni successive. Questi cambiamenti fanno si che la capacità riproduttiva della prole possa essere compromessa anche prima del concepimento.
Il glifosato, un erbicida, è un evidente esempio di pesticida che altera il sistema endocrino. Un recente studio condotto da ricercatori italiani sull'esposizione al glifosato nei pesci zebra, ha rilevato che, al livello di "dose giornaliera accettabile", il glifosato «ha compromesso la differenziazione delle cellule germinali e innescato cambiamenti specifici delle cellule nell'acetilazione degli istoni all'interno della linea germinale maschile». L'acetilazione degli istoni è un processo epigenetico che regola l'attivazione e la disattivazione dei geni, in questo caso quelli che coinvolgono le strutture e i processi riproduttivi maschili. Al livello più elevato «senza effetti avversi osservati», il glifosato «ha indotto alterazioni metabolomiche e proteomiche legate a una steroidogenesi alterata, danni al DNA nelle cellule germinali e alterazioni nell'architettura testicolare, culminando in una ridotta capacità riproduttiva». Questi effetti diversi a dosi diverse suggeriscono che il glifosato abbia una curva dose-risposta non monotona, contraddicendo il dogma tossicologico secondo cui «la dose fa il veleno». Inoltre, suggerisce che queste cosiddette misure di esposizione protettiva non siano affatto tali.
Le microplastiche si stanno rivelando come un fattore potenzialmente grave e non trattabile che contribuisce alla disfunzione riproduttiva maschile. Una revisione della letteratura di oltre 90 articoli scientifici pubblicati su Agriculture documenta che le microplastiche (MP) aumentano la biodisponibilità, la persistenza e la tossicità dei pesticidi utilizzati in agricoltura. Secondo il rapporto HEAL, studi condotti in Europa, Stati Uniti e Cina hanno rilevato la presenza di microplastiche nel 100% del tessuto testicolare umano campionato. Microplastiche che possono interferire con la formazione degli spermatozoi, interrompere la produzione di testosterone e innescare infiammazioni negli organi riproduttivi. Le microplastiche sono state trovate nel bulbo olfattivo del cervello e vi sono prove che possano raggiungere il cervello attraverso la barriera emato-encefalica.
Sia i pesticidi che le microplastiche hanno effetti profondi sul cervello, il quale è strettamente coinvolto nello sviluppo e nella funzione riproduttiva. L'asse intestino-cervello è coinvolto nella sintesi e nella circolazione del testosterone, e le microplastiche possono influenzarlo interagendo con i microbi intestinali. Secondo il rapporto HEAL, il glifosato e gli organofosfati interrompono negli animali un altro importante sistema, l'asse ipotalamo-ipofisi-gonadi (HPG). Due di questi tre elementi dell'asse ormonale si trovano nel cervello. L'asse HPG influenza la sintesi del testosterone, lo sviluppo dei testicoli e il comportamento dopo la maturazione sessuale. Sussiste anche una notevole interazione tra microplastiche e pesticidi, come specificato nel comunicato stampa di Beyond Pesticides del 22 marzo 2024, che descrive le tipologie di sovrapposizione che possono verificarsi tra le sostanze chimiche prese in considerazione dal rapporto HEAL. Queste interazioni nel cervello e in tutto il sistema endocrino necessitano di ulteriori ricerche.
Il rapporto HEAL dimostra anche gli effetti deleteri di altre sostanze tossiche ambientali sulla salute riproduttiva maschile. Gli autori affermano che l'esposizione prenatale agli ftalati è associata a «riduzione della qualità dello sperma, frammentazione del DNA e bassi livelli di testosterone». Allo stesso modo, il rapporto cita ricerche che dimostrano che in alcuni paesi dell'UE è stata rilevata la presenza di bisfenolo A (BPA) nel 100% dei partecipanti allo studio e che molti di essi superavano la dose giornaliera accettabile fissata dall'UE. Il BPA è associato ad una riduzione della concentrazione di spermatozoi, ad un'alterazione della motilità e della morfologia, nonchè a livelli alterati di testosterone. Un biomonitoraggio effettuato nella regione fiamminga del Belgio ha rilevato PFAS in oltre il 95% della popolazione. L'esposizione ai PFAS è associata a pubertà ritardata, scarsa qualità dello sperma e bassi livelli di testosterone nei giovani uomini. I metalli pesanti: piombo, cadmio e mercurio, sono associati ad anomalie dello sperma, tra cui scarsa motilità e morfologia. L'esposizione al piombo ha alterato l'epigenetica dello sperma nei lavoratori addetti alla produzione di batterie e al loro riciclaggio. Il mercurio è un interferente endocrino e compromette la fertilità.
Pertanto, il rapporto HEAL riassume l'impatto cumulativo di tutti questi danni chimici sulla salute riproduttiva maschile, evidenziando come le diverse esposizioni chimiche abbiano effetti simultanei e interconnessi, e contribuiscano ai problemi di salute che tutti ormai cercano di affrontare.
Il rapporto HEAL descrive anche i diversi costi dei disturbi riproduttivi maschili: costi medici diretti, costi indiretti di perdita di produttività e disabilità, e costi immateriali di stress emotivo e di svalutazione. I soli costi diretti sono enormi: curare il cancro alla prostata costa 9 miliardi di euro (10,4 miliardi di dollari) all'anno; l'infertilità maschile colpisce un dodicesimo delle coppie europee e costa dai 3 ai 4,5 miliardi di euro (3,5-5 miliardi di dollari) all'anno. Un'analisi del 2015, citata nel rapporto, ha stimato i costi dei disturbi della salute riproduttiva maschile correlati agli interferenti endocrini a 15 miliardi di euro (17 miliardi di dollari) all'anno, una cifra che oggi è sicuramente molto più alta.
«Le crescenti prove che collegano l'esposizione chimica a gravi conseguenze per la salute maschile – infertilità, cancro, disturbi ormonali – richiedono una risposta politica urgente. Sebbene l'Europa abbia compiuto importanti progressi nell'identificazione e nella regolamentazione delle sostanze pericolose, i dati del biomonitoraggio umano e l'andamento della salute pubblica indicano che gli attuali meccanismi normativi rimangono insufficienti a proteggere la salute riproduttiva maschile», afferma il rapporto HEAL. Questa dichiarazione riflette l'intenzione da parte di Health and Environment Alliance di fare pressione sulla Commissione Europea mentre si dispone ad adottare una revisione della sua storica normativa del 2007 su Registrazione, Valutazione, Autorizzazione e Restrizione delle Sostanze Chimiche (REACH).
La CE ha dichiarato l'intenzione di pubblicare la revisione entro la fine del quarto trimestre del 2025, ma la revisione è stata eliminata dall'agenda finale della Commissione per l'anno in corso, e sembra che il suo testo attuale non sia disponibile al pubblico. Secondo wca-environment.com, una società di consulenza per l'industria chimica, la revisione aggiungerà criteri sempre più rigorosi per le sostanze chimiche persistenti, mobili e tossiche, insieme a una valutazione degli interferenti endocrini, a un fattore di analisi delle miscele, e alla valutazione della sicurezza chimica del REACH. Secondo quanto riferito, il nuovo regolamento REACH introdurrà anche una definizione dei nanomateriali e delle linee guida per la conformità.
HEAL promuove misure sanitarie più focalizzate, tra cui:
· Divieti e restrizioni su interi gruppi chimici, come tutti i bisfenoli e tutti gli ftalati, contemporaneamente, anziché una regolamentazione frammentaria dei singoli membri del gruppo chimico.
· Analisi obbligatoria della tossicità delle miscele chimiche per tener conto delle esposizioni aggregate.
· Maggiore raccolta di dati sul biomonitoraggio umano.
· Regolamentazione delle microplastiche, per affrontare la questione della loro tossicità e non solo delle loro dimensioni.
· Regolamentazione dei polimeri e degli additivi.
Non sorprende che l'industria chimica abbia creato una significativa spinta all'impulso della revisione del REACH. La Comunità Europea è assistita da un Regulatory Scrutiny Board (RSB) che esamina la legislazione proposta, fornisce valutazioni d'impatto e valuta le revisioni delle leggi esistenti. A ottobre, l'RSB ha emesso un «parere negativo» sull'impatto delle revisioni proposte del REACH. Il testo effettivo del parere dell'RSB non sembra essere disponibile al pubblico, quindi i dettagli sono vaghi. Secondo Enviresearch, una società di consulenza per l'industria chimica, il parere afferma che la CE deve rivedere le informazioni sulle classi di pericolo definite 'critiche', sugli usi, sull'esposizione, nonché sui rischi derivanti dai polimeri e non affrontati. Tuttavia, rileva anche delle preoccupazioni sul fatto che le nuove restrizioni rallenterebbero il processo di regolamentazione, che l'applicazione non sia uniforme nei diversi Stati membri, e che le importazioni, soprattutto quelle provenienti dalle vendite online, non siano conformi ai requisiti REACH. Queste preoccupazioni riflettono l'attenzione dell'industria sui valori economici.
Un'analisi della Society of Environmental Toxicology and Chemistry (SETAC) rileva che «Secondo gli esperti di politica chimica, il parere negativo dell'RSB riflette le preoccupazioni relative alla mancanza di coerenza della proposta con le attuali priorità politiche ... Il mutevole contesto normativo ha creato tensioni tra la tutela della salute pubblica e gli standard ambientali, affrontando al contempo le preoccupazioni relative alla competitività del settore». [grassetto aggiunto]
Contro le priorità politiche controproducenti e le motivazioni economiche dell'industria, il direttore esecutivo di HEAL, Génon K. Jensen, scrive nella prefazione del rapporto: «Questo rapporto è un invito all'azione. Per la salute degli uomini di oggi e delle generazioni future, non possiamo permetterci di aspettare».
Traduzione a cura della Redazione di Antropocene.org
Fonte: Beyond Pesticides 25.11.2025


