Fonte: The Ecologist - 12.03.2021

“L'uomo, così può dirsi, si distingue dal mondo animale, e in quel modo dalla natura nel suo insieme, riconoscendosi come 'io',” scrisse il filosofo Georg W. F. Hegel più di due secoli fa.

Hegel ha lavorato all'interno della tradizione dell'antico filosofo greco Aristotele, cui a sua volta è stato attribuito il merito di aver "inventato" la biologia, il metodo scientifico e la logica formale. Da allora i filosofi – insieme a noi comuni mortali – hanno cercato di scoprire la differenza fondamentale tra gli esseri umani, altri animali e in realtà l'universo in generale.

Quando ho letto per la prima volta le parole di Hegel nella sua quasi incomprensibile Scienza della Logica ero davvero emozionato. Non perché avesse "scoperto" la differenza tra noi e gli animali, ma poiché la differenza che postulava era così specifica da consentire una migliore comprensione delle enormi somiglianze tra noi e il resto della natura.


Prodezza

Questa posizione, ai suoi tempi, era radicale. Contrastava direttamente la filosofia dominante di René Descartes che sembrava suggerire che gli animali - anzi l'intero universo - fossero poco più che macchine complesse. Erano completamente separati da noi - “penso quindi sono” - e separati gli uni dagli altri. Il loro funzionamento avrebbe potuto essere scoperto attraverso la dissezione. Questo era considerato il punto di vista scientifico e ragionevole.

Nella mia vita, ricordo che mio padre una volta mi disse che i gatti potevano fare due domande: Posso mangiarlo? e Può mangiare me? Non amava i gatti. Questa ipotesi su altri animali viventi si basava sul buon senso del nostro tempo. Gli esseri umani hanno lo stesso iniquo punto di vista: gli animali, o sono animali domestici o sono carne.

La logica di Hegel forniva una valutazione molto più generosa degli animali: Non avevano il concetto di "io". Non conoscevano la soggettività. Non avevano autocoscienza. Non erano in grado di distinguere tra la loro esperienza di un oggetto e ciò che l'oggetto potesse essere nel mondo a differenza della loro esperienza. È una differenza molto piccola, anche se significativa.

Ciò suggerisce che Hegel sapesse che gli animali erano esseri senzienti in grado di avere emozioni. Hanno una specie di intelligenza. Sono esattamente uguali a noi in tanti altri modi. Nel 1812 -quasi mezzo secolo prima che L’Origine delle Specie di Darwin suscitasse clamore per aver osato suggerire che noi umani ci siamo evoluti dagli animali- questa era un'affermazione davvero audace.

Ma ora, esperimenti scientifici stanno dimostrando che anche Hegel aveva esagerato la differenza tra gli esseri umani e altri animali e non era riuscito a comprendere l'effettiva abilità intellettuale di altre specie. Gli animali, o almeno alcuni animali, hanno una netta percezione dell’“io” e proiettano chiaramente la loro volontà soggettiva sugli oggetti della natura che li circondano.


Il Potere del Cervello

Chris Packham, il naturalista e conduttore televisivo, ha portato alla BBC una nuova serie intitolata Chris Packham’s Animal Einsteins (Gli Einstein del Regno Animale di Chris Packham) che discute la complessa realtà della coscienza e dell'intelligenoza animale in un modo convincente e accessibile ai filosofi e in effetti a tutti gli altri.

L'autore e fotografo prende alcune scoperte notevoli dalle pagine incontaminate della letteratura scientifica sottoposta a revisione paritaria e li mette a disposizione di milioni di persone. E questo include la prova che alcuni animali hanno effettivamente un concetto di "io". Hanno una teoria della mente e, come noi, si distinguono dal resto del loro mondo.

L'esempio più sorprendente - e per me importante - nel programma è la straordinaria storia del pesce pulitore a strisce blu, un piccolo pesce tropicale della barriera corallina. Packham fa riferimento alla ricerca rivoluzionaria di Masanori Kohda dell'Università della Città di Osaka in Giappone, pubblicata in PLOS Biology.

Dice nel programma: “Quando ci guardiamo allo specchio e vediamo una macchia sui nostri volti, istintivamente la strofiniamo via. Questo perché quando ci guardiamo allo specchio sappiamo che stiamo guardando noi stessi. Non sto guardando un altro maschio umano, sto guardando Chris. E questo perché ho superato il test dello specchio.

Solo una gilda di animali relativamente unica lo ha fatto. I delfini, gli elefanti, le grandi scimmie, le gazze e, naturalmente, gli umani. Bè - fino ad ora cioè. Una nuova ricerca condotta nel 2019 ha dimostrato che anche il bellissimo piccolo pesce pulitore a strisce blu ha superato il test dello specchio - rendendolo una delle primissime specie di pesci a superare questo parametro di potenza cerebrale.” 


Gesti

Dopo essere stati marcati con un gel colorato sul loro stomaco, un'area che potevano vedere solo guardandosi allo specchio, i pesci pulitori hanno iniziato a strofinarsi sul fondo della vasca per rimuovere il segno. I pesci si erano resi conto che ciò che vedevano nello specchio erano in realtà se stessi.” E aggiunge: “Riconoscere che c’è una differenza tra sé stessi e gli altri è noto come teoria della mente.”

Infatti, l'intera serie abbatte quasi tutte le rivendicazioni secondo cui gli esseri umani hanno un unico tratto identificabile che li distinguerebbe dal resto della natura - una differenziazione di specie basata su un'abilità fisica o intellettuale che nessun altro animale è in grado di dimostrare.

Vediamo che il corvo della Nuova Caledonia può inventare, realizzare e utilizzare strumenti con un grado di sofisticazione superiore a quello di un bambino umano di cinque anni. Vediamo che le balene hanno cultura, con una nuova tecnica di pesca adottata dai banchi che vivono tra gli oceani. I genitori dei suricati impartiscono ai loro cuccioli un programma di formazione a più fasi - “la scuola degli scorpioni”. Gli storni mostrano l'apprendimento sociale. Le api possono contare. Tutto questo si vede nella prima puntata. 

Ma ovviamente sono i nostri compagni animali, le grandi scimmie, ad essere più simili a noi umani. Packham mostra in un episodio successivo come scimpanzé, bonobo e oranghi costruiscono tutti dei letti complessi sulla cima della foresta. Quindi non possiamo nemmeno più affermare di essere unici nella nostra capacità di costruire.

Gli scimpanzé hanno un linguaggio complesso, con più di 70 gesti specifici. Molti di questi sono in realtà condivisi con i bonobo e molti sono facilmente interpretabili dai piccoli bambini umani. Ciò suggerisce che un antenato comune agli umani e alle altre scimmie si sia evoluto per usare il linguaggio. In effetti, il 90% dei gesti ereditati da un bambino sono condivisi con altre scimmie.


Veganismo

Packham ricorda come la primatologa dott.ssa Jane Goodall osservò per la prima volta gli scimpanzé usare un ramoscello spogliato per pescare le termiti. Questa è stata la prima prova per gli scienziati europei che la scimmia fosse un produttore di utensili. Il paleo-antropologo Louis Leakey, dopo aver sentito la notizia, fece la nota affermazione: “Dobbiamo ridefinire "strumento", ridefinire "uomo" o accettare gli scimpanzé come esseri umani.”

Noi umani crediamo di essere la specie più intelligente, eppure la scienza contemporanea ha manifestamente fallito nel capire quanto siano intelligenti i nostri compagni animali. È questo un fallimento dell'intelletto umano stesso? Penso che l’illusione che abbiamo creato per differenziarci dagli uccelli e dalle api sia di origine emotiva. Le implicazioni di avere animali intelligenti, empatici e senzienti tutt'intorno sono tanto dolorose quanto stimolanti.

Se sappiamo che gli animali sono proprio come noi, cosa dice questo della nostra umanità? Come possiamo inscatolare i calamari? Quali sono le implicazioni in termini del complesso industriale della carne e lo squallore, il dolore e la morte che imponiamo ai miliardi di animali che mangiamo? Cosa significa ora il collasso della biodiversità - il fatto che siamo responsabili di un'estinzione di massa di animali pensanti e sensibili? 

C’è un'ulteriore complicazione, derivante dal nostro passato imperiale e coloniale. Gli esseri umani che vivevano in uno spazio geografico diverso, o con diversi livelli di melatonina, venivano trattati come animali. Ciò ha comportato una distorsione razzista che ha trovato l’ingresso nella scienza attraverso l'affermazione che i neri e gli scuri erano meno intelligenti dei bianchi. La differenziazione tra tutti gli esseri umani e tutti gli altri animali ha svolto una funzione importante e necessaria nel correggere l'ingiustizia.

Non credo sia una coincidenza che Packham ci presenti questo programma subito dopo essere diventato vegano. Il programma sarà - e dovrebbe essere – un incoraggiamento per i giovani a riflettere su cosa significa mangiare carne, cosa significa fermare il collasso ecologico, quando sappiamo che persino un minuscolo pesce pulitore potrebbe avere il concetto di "io", e forse anche un concetto di io voglio vivere.


Brendan Montague


Traduzione di Iris Legge - Redazione di Antropocene.org

Fonte: Ecologist 12.03.2021

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