Fonte: Environmental Research: Climate - 17.11.2025
Una nuova ricerca sul clima, pubblicata il 17 novembre sulla rivista Environmental Research: Climate, mette in discussione la convinzione generale secondo cui, una volta raggiunte le condizioni di "zero emissioni nette", per le generazioni future la situazione inizierà a migliorare. Purtroppo, ondate di calore più intense e prolungate - che saranno sempre più gravi in relazione a quanto più tempo ci vorrà per raggiungere le emissioni nette di carbonio pari a zero - diventeranno la norma.
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Pubblichiamo la traduzione dell'Abstract e delle Conclusioni dello studio.
Abstract
Sebbene gli aumenti della frequenza, della durata e dell'intensità delle ondate di calore siano ben documentati, nessuno studio ha ancora esaminato i cambiamenti delle ondate di calore dopo che le emissioni antropogeniche di gas serra avranno raggiunto lo zero netto. Questo tema è stato affrontato esaminando le proiezioni delle ondate di calore ricavate da simulazioni su scala millenaria eseguite con l'Australian Earth System Model, ACCESS-ESM1-5. Ogni simulazione si sviluppa da uno scenario (SSP5-8.5) posto a intervalli di 5 anni tra il 2030 e il 2060, a partire da cui le emissioni antropogeniche di anidride carbonica sono impostate sullo zero netto. [La simulazione rivela che] le ondate di calore saranno sistematicamente più calde, più lunghe e più frequenti quanto più si ritarderà il raggiungimento dello zero netto, raggiungendo i valori più alti qualora lo zero netto sia ritardato fino al 2060.
La maggior parte delle tendenze regionali non presenta alcun calo nell'arco dei 1000 anni di ciascuna simulazione, e indicano che le ondate di calore non si avviano a ritornare alle condizioni preindustriali. Se lo zero netto si raggiunge entro il 2050 o più tardi, alcune regioni presentano tendenze millenarie ad aumenti significativi. Inoltre, più lo zero netto viene ritardato, più aumentano gli eventi di ondate di calore storicamente rari ed estremi. Ciò diventa problematico per i paesi a bassa latitudine, che sono anche generalmente i più vulnerabili, dove eventi record si verificherebbero una o più volte all'anno qualora il raggiungimento dell'obiettivo zero emissioni nette venga posticipato fino a dopo la metà del XXI secolo.
Se lo sforzo globale per raggiungere definitivamente l'obiettivo zero emissioni nette avvenisse prima del 2040, le future ondate di calore sarebbero meno intense rispetto a quelle che si verificherebbero in un mondo più caldo di 2°C. Tuttavia, se l'obiettivo zero emissioni nette non fosse raggiunto prima del 2060, le ondate di calore sarebbero sistematicamente più intense rispetto alla soglia massima prevista dall'accordo di Parigi. La ricerca mette in discussione in modo critico la convinzione generale secondo cui, dopo il raggiungimento di zero emissioni nette, le condizioni inizieranno a migliorare per le generazioni future. Sebbene i nostri risultati siano preoccupanti, essi forniscono una nuova prospettiva, in modo tale che misure di adattamento efficaci e permanenti possano essere pianificate e attuate mentre il mondo è ancora sul percorso obbligato verso il raggiungimento dell'obiettivo definitivo di zero emissioni nette.
Conclusioni
Questo studio ha fornito la prima valutazione sui futuri cambiamenti delle ondate di calore atmosferiche in base a diversi percorsi verso lo zero netto su una scala temporale millenaria. È evidente che ritardare il raggiungimento dello zero netto comporterà ondate di calore più frequenti, più lunghe e più estreme, con notevoli differenze regionali a lungo termine, anche quando lo zero netto viene ritardato di un solo decennio. Ritardare il raggiungimento dell'obiettivo zero di emissioni nette oltre il 2050 comporterà ondate di calore più intense rispetto a quelle che si verificherebbero in un mondo con un riscaldamento temporaneo di 2°C.
Il GMST (Global Mean Surface Temperature) [Temperatura Media Globale della Superficie] costantemente elevato in ciascuna delle sette simulazioni di zero emissioni nette analizzate spiega, con molta probabilità, perché le ondate di calore rimangono per lo più costantemente elevate per tutto il millennio. E gli aumenti complessivi del GMST presenti nelle simulazioni di zero emissioni nette successive, spiegano perché le probabili ondate di calore corrispondenti siano significativamente peggiori se confrontate con le zero emissioni nette raggiunte prima. 
Serie temporali di a) concentrazione annuale di anidride carbonica nell'atmosfera e b) anomalie della temperatura media globale superficiale annuale (GMST) per ciascuna delle sette simulazioni a zero emissioni nette, nonché lo scenario SSP5-8.5 di riferimento per ACCESS-ESM1-5 (linea nera).
In sintesi, non prevediamo una riduzione significativa delle ondate di calore per almeno 1000 anni, indipendentemente da quando si raggiungerà l'azzeramento delle emissioni nette.
Pur riconoscendo che questa valutazione si basa su un solo modello climatico, essa fornisce un'importante indicazione - qualora fosse difficile ottenere emissioni nette negative sostenibili e sostanziali - sul fatto che le ondate di calore, una volta raggiunto l'azzeramento delle emissioni nette, potrebbero stabilizzarsi per almeno un millennio. Si tratta di un'informazione fondamentale che ha conseguenze per adattamenti efficaci e a lungo termine, in particolare nelle regioni più vulnerabili. Pertanto, indipendentemente dal futuro raggiungimento dell'obiettivo di zero emissioni nette, è necessario un adattamento efficace e permanente, che deve essere combinato con una rapida riduzione delle emissioni di gas serra per evitare futuri aumenti degli effetti negativi delle ondate di calore.
A causa degli effetti distruttivi sugli ecosistemi acquatici, le ricerche future potrebbero intraprendere studi simili sulle ondate di calore marine, nonché esplorare i cambiamenti delle ondate di calore e di altri eventi estremi con una gamma più ampia di modelli climatici che presentano diverse configurazioni di zero emissioni nette».
Traduzione a cura della Redazione di Antropocene.org
Fonte: Environmental Research: Climate 17.11.2025


