Capitale animale. Biopolitica e rendering, di Nicole Shukin, Tamu Edizioni, 2023.

L'autrice espone contraddizioni profonde muovendosi tra studi culturali, storia dei media e critical animal studies: un’ampia rappresentazione delle dinamiche materiali di dominio sulla vita (animale e umana) e della produzione simbolica che costantemente tenta di occultarle.

Capitale animale esplora un ricco campionario di fatti culturali e materiali riguardanti il rapporto degli esseri umani con le altre specie: le visite turistiche agli impianti di macellazione (e il loro sorprendente legame con il cinema delle origini); gli spot in cui gli animali simboleggiano la promessa di un mondo incorporeo e indolore; le gerarchie coloniali che i media usano per raccontare la prossimità tra specie alla base delle pandemie. Il capitale animale ha due facce: quella del mattatoio e quella della pubblicità – dove un animale esotico ci sorride in una rassicurante versione digitale.

Traduzione di Bianca Nogara Notarianni
Prefazione e cura di Massimo Filippi e Federica Timeto

Indice

Introduzione. Capitale Animale

1. Il rendering animale e il capitale: una genealogia industriale

2. Automobilità: il capitale animale di automobili, film e macelli

3. Telemobilità: la moneta biopolitica dell’affetto animale

4. Biomobilità: il calcolo della parentela in un’era di pandemia capitale

Post scriptum. Cannibalismo nel Globo-Mobile capitalista



Il libro si compone di quattro capitoli che passano in rassegna numerosi testi, documenti visivi e d’archivio, fotografie, campagne pubblicitarie e narrazioni, tra queste quelle legate agli eventi pandemici di origine zoonotica, che Shukin analizza in un’ottica antispecista e decoloniale ancora oggi estremamente attuale.

Il “capitale animale” che lega questi testi consiste, da un lato, nel valore feticistico della fusione discorsiva fra natura reificata del capitale e segni della vita animale, dall’altro, nella “moneta” del rendering come insieme di processi materiali incorporati.

Ciò che l'analisi genealogica di Shukin porta allo scoperto, interrogando un ampio archivio di storie, immagini, documenti e autori, è il rendering. Questo termine, di difficile resa in italiano, ha in inglese una duplice accezione: è l’atto mimetico che permette di ottenere una copia, analogica o digitale, di un corpo vivente e l’attività materiale di sfruttamento intensivo e di riciclo dei resti dei corpi non umani e dei corpi animalizzati. In breve, il rendering è la «colla» che permette al capitale di appropriarsi per intero e quasi senza scarti dell’animale.



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