Le merci e i valori. Per una critica ecologica al capitalismo, di Giorgio Nebbia, Jaca Book, 2002.

In Italia la coscienza ecologica deve molto a Giorgio Nebbia, docente emerito di merceologia, chimico di formazione. Nebbia è, di fatto, uno dei principali storici italiani delle materie prime, delle merci e dei processi industriali: in questo volume indica delle possibili alternative all'attuale modello di sviluppo che aiutino gli uomini a soddisfare le proprie necessità materiali, facilitando l'aspirazione a rapporti umani più decenti.





Non è vero che le merci si producono a mezzo di denaro e non è neanche rigorosamente vero che si producono a mezzo di merci: le merci si producono a mezzo di natura. Sono le risorse della natura - acqua, aria, vegetali, animali, pietre, minerali, combustibili fossili - che il lavoro e l'ingegno e la tecnica umani trasformano nei beni materiali che si comprano e che si vendono, che soddisfano bisogni umani: di cibo e informazione, di calore e di libertà, di abitazioni e di acqua, di lavoro, salute e anche di felicità.

Risorse che non sono illimitate e che vengono sottratte dalle riserve e dai cicli naturali in quantità crescente a mano a mano che aumenta la popolazione mondiale, che cambia la proporzione fra giovani e anziani, cha aumenta la domanda e la varietà delle merci, che si dilatano che città. Ce la farà il pianeta Terra a fornire beni materiali adeguati a soddisfare i bisogni di (probabilmente) 8.000 milioni di persone del 2025, di (probabilmente) 9.000 milioni alla fine del XXI secolo?

Il libro tenta di rispondere a queste domande analizzando come e in quale quantità i materiali e l'energia sono estratti dalla biosfera, sono trasferiti alla tecnosfera - l'universo delle cose fabbricate e usate dagli esseri umani - e come ritornano nei corpi riceventi naturali sottoforma di scorie e rifiuti gassosi, liquidi, solidi.

La contabilità di questa grande circolazione natura-merci-natura consente di eleborare nuove scale di valori, i beni materiali economici nel rispetto dei vincoli della scarsità planetaria, con l'impegno di una più equa e meno violenta distribuzione fra i vari abitanti della Terra, fra quelli del Nord e del Sud del mondo, fra quelli delle classi agiate e gli esclusi dal grande carnevale merceologico degli sprechi.



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