Fonte: ViviConsapevole - 31.08.2006

L’economia partecipata per una vita oltre il capitalismo. Un progetto utopico, ma fattivo di democrazia diretta. Affinché i cittadini possano decidere delle risorse del territorio in cui vivono, soprattutto in materia economica e ambientale.

La razionalità perversa del capitalismo consiste nel credere che la crescita economica infinita sia la soluzione di ogni problema e che la mano invisibile del mercato possa trasformare i vizi privati in virtù pubbliche. «La realtà ci fornisce continuamente la prova contraria: la corruzione privata degenera in corruzione pubblica, il lucro – elevato al rango del fine dell’economia – finisce per contaminare le altre forme di legame sociale». Le teorie false e mistificanti di Lesther Turow sulla «costruzione della piramide della ricchezza» e della «crescita infinita» vanno chiaramente denunciate e contraddette, perché determinano una società «duale» (anche nelle stesse nazioni sviluppate) e un conflitto perenne tra i popoli, sublimato con la competitività che genera le guerre economiche, e che si esprime con forme d’aggressione ingiustificate e illegittime. Non dobbiamo permettere a simili falsità di continuare a prendere in giro la gente e i governi. Purtroppo ci riescono, spesso con la complicità di mass media privi di ogni scrupolo.

Parecon: Participatory Economics

Anche su questo, dunque, occorre un messaggio di speranza, per l’individuazione di un progetto utopico che cambi il modo di intendere e di vedere le cose, per salvaguardare dalle falsità gli esseri umani, per un mutamento d’opinione, per una radicale innovazione nella visione della società e della vita, per la nostra stessa salvezza e dell’intera umanità. Dobbiamo metterci alla ricerca di un nuovo paradigma socio-economico e culturale. Per questo dobbiamo oltrepassare il dogma dell’economicismo utilitaristico. Gli strumenti potranno sembrare deboli a prima vista, oppure potranno essere considerati semplicemente utopistici. Ma in ogni caso vorrei parlare del Parecon. Che cos’è? È la contrazione semantica di due parole inglesi: Participatory Economics. Economia Partecipativa.

Michael Albert ha scritto a questo proposito un testo molto importante dal titolo Il libro dell’economia partecipativa: la vita oltre il capitalismo, il cui manoscritto è stato attentamente rivisto da Andrea Sargent, un importante intellettuale utopico americano.
Individuati i modelli economici classici che hanno permeato la società negli ultimi tempi (capitalismo e pianificazione centralizzata), Albert propone un modello partecipato e condiviso della gestione sociale ed economica, contro ogni forma di potere derivante dalla proprietà privata dei mezzi di produzione o dalla centralizzazione pianificata degli stessi.

Come possiamo sostituire l’economia dello sfruttamento (ambientale e delle persone) e dell’ingordigia incontrollata con un’economia basata sull’equità, sulla cooperazione e sulla solidarietà? Parecon risponde a questa domanda definendosi un modello progettuale aperto, orientato ad una progressiva razionalità partecipativa socio-economica. I suoi valori di base sono soprattutto quattro: solidarietà, diversità, equità, autogestione. Le sue caratteristiche principali sono:
• la proprietà sociale dei mezzi di produzione;
• i consigli autogestiti dei lavoratori e dei consumatori;
• le combinazioni bilanciate di mansioni;
• la remunerazione dell’impegno e del sacrificio;
• la pianificazione partecipativa.

Il fine generale è quello di portare la democrazia diretta in tutti gli aspetti della vita sociale delle persone, nella politica e nell’economia, nella produzione e nei consumi, nelle organizzazioni private e nelle istituzioni pubbliche, nella distribuzione delle risorse e nella partecipazione alla prosperità. Un progetto utopico, dunque, complesso ed articolato, che investe ogni forma del vivere quotidiano: la produzione partecipativa, il consumo partecipativo, il bilancio partecipativo. Spesso nel libro l’enfasi è ricercata, ma serve per stimolare la riflessione e la sperimentazione. Il modello è spiegato in maniera molto dettagliata nel volume, e sul sito Internet www.parecon.org è riportata l’esposizione del modello in termini matematici, che spiega il miglioramento qualitativo e quantitativo dell’allocazione e dell’equità nella produzione partecipativa rispetto agli altri modelli economici classici. «L’economia partecipativa – insiste Albert – combina proprietà sociale, allocazione tramite pianificazione partecipativa, struttura consigliare, combinazioni bilanciate di mansioni, remunerazioni dell’impegno e del sacrificio, autogestione partecipata e assenza di differenziazioni di classi». In particolare il Parecon consiste nel dotare i governi e le organizzazioni locali d’istituzioni certe che promuovano forme di democrazia diretta, tramite le quali i cittadini possano orientare ed influenzare i momenti decisionali che riguardano quegli aspetti collettivi delle risorse del territorio, soprattutto in materia economica, ambientale, dei trasporti e della salute. Il Parecon, oltre che contrapporsi nettamente al modello capitalistico e alla pianificazione centralizzata dell’ex URSS, si presenta come un modello aperto, in continua costruzione, un esercizio dell’intelligenza collettiva espressa dalle persone di paesi diversi, progetto a cui tutti sono chiamati a contribuire.

Paolo Coluccia
Fonte: viviconsapevole.it