Fonte: Climate&Capitalism - 10.09.2024
Le concentrazioni atmosferiche di metano sono ora le più alte mai registrate da almeno 800.000 anni a questa parte.
Il Global Methane Budget 2024 mostra un aumento del 20% delle emissioni di metano prodotte dalle attività umane negli ultimi due decenni.
Il metano è uno dei tre gas serra principali che contribuiscono al cambiamento climatico. La sua permanenza nell'atmosfera è di pochi decenni, meno dell'anidride carbonica e del protossido di azoto, ma ha il più alto potenziale di riscaldamento globale a breve termine perché trattiene più calore nell'atmosfera.
Il bilancio, prodotto dal Global Carbon Project, riguarda diciassette fonti naturali e antropiche. Mostra che il metano è aumentato di 61 milioni di tonnellate metriche all'anno.
«Abbiamo registrato tassi di crescita più elevati per il metano negli ultimi tre anni, dal 2020 al 2022, con un picco record nel 2021», afferma Pep Canadell, direttore del Global Carbon Project. «Questo aumento significa che le concentrazioni di metano nell'atmosfera sono 2,6 volte superiori ai livelli preindustriali (1750)», «Le attività umane sono responsabili di almeno due terzi delle emissioni globali di metano, aggiungendo circa 0,5°C al riscaldamento globale che si è verificato finora».
Il rapporto conclude che l'agricoltura contribuisce al 40% delle emissioni globali di metano di origine antropica. Il settore dei combustibili fossili produce il 34%, i rifiuti solidi e le acque reflue il 19%, e la combustione di biomasse e biocarburanti il 7%.
I primi cinque paesi emettitori nel 2020 erano: Cina (16%), India (9%), Stati Uniti (7%), Brasile (6%) e Russia (5%).
L'Unione Europea e l'Australasia* hanno ridotto le emissioni antropiche di metano negli ultimi due decenni. Tuttavia, le tendenze globali mettono chiaramente a rischio gli impegni internazionali di ridurre le emissioni di metano del 30% entro il 2030.
Per percorsi a emissioni nette zero coerenti con l'obiettivo dell'Accordo di Parigi di un aumento massimo della temperatura di 2°C rispetto ai livelli preindustriali, le emissioni di metano di origine antropica devono diminuire del 45% entro il 2050, rispetto ai livelli del 2019.
* N.d.T. «Denominazione generica per indicare l’insieme delle isole comprese fra l’Asia e l’Australia, giustificata dal fatto che, in epoche geologicamente non lontane, Australia e Indonesia formavano una unità continentale (continente australasiatico). Nell’uso comune inglese il termine include solo Nuova Guinea, Australia, Nuova Zelanda e le isole minori interposte». https://www.treccani.it/enciclopedia/australasia/
Traduzione di Alessandro Cocuzza
Fonte: Climate&Capitalism 10.09.2024
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