Fonte: Climate&Capitalism - 12.09.2023

Venti paesi rischiano di intrappolarci nel caos climatico globale. Per evitare la catastrofe, devono fermare subito i nuovi progetti estrattivi.



Solo venti paesi, guidati in modo preponderante da Stati Uniti, Canada e Russia, sono responsabili di quasi il 90% delle nuove emissioni di gas serra derivanti dai nuovi giacimenti di petrolio e gas, e dai pozzi di fracking previsti da qui al 2050. Se questi progetti estrattivi saranno consentiti, ci chiuderanno nel caos climatico e in un futuro invivibile.

Secondo il rapporto Planet Wreckers [Distruttori del pianeta], pubblicato questa settimana dall'organizzazione di ricerca e advocacy Oil Change International:

Solo 20 Paesi “Planet Wreckers” sono responsabili di quasi il 90% dell'inquinamento da biossido di carbonio (CO2) derivante dai nuovi giacimenti di petrolio e gas e dai pozzi di fracking la cui realizzazione è prevista tra il 2023 e il 2050.

Se questi venti Paesi “Planet Wreckers” dicessero “no” alla nuova produzione di petrolio e gas prevista, come richiesto dal Segretario Generale delle Nazioni Unite, 173 miliardi di tonnellate (Gt) di inquinamento da carbonio verrebbero trattenute nel terreno. Ciò equivale all'inquinamento di quasi 1.100 nuove centrali a carbone, o a più di 30 anni di emissioni annuali di carbonio negli Stati Uniti.

L'incremento delle estrazioni di petrolio e di gas da parte dei venti paesi “Planet Wreckers” renderebbe impossibile il contenimento dell'aumento della temperatura entro 1,5°C. Anche solo l'estrazione di combustibili fossili dai siti esistenti a livello globale comporterebbe un inquinamento da carbonio superiore del 140%, rispetto al bilancio consentito per mantenerci entro l’1,5°C. Se questi paesi procedono con le nuove estrazioni, l'inquinamento da carbonio supererà del 190% il bilancio di 1,5°C, rischiando un pericoloso riscaldamento di oltre 2°C.

L'interruzione delle nuove estrazioni di petrolio e gas avvicinerebbe il mondo a una traiettoria di emissioni conforme a 1,5°C, ma non sarebbe sufficiente. Senza nuovi giacimenti o licenze di petrolio e gas, la produzione globale di petrolio e gas diminuirebbe del 2% all'anno fino al 2030 e del 5% all'anno dal 2030 al 2050. Tuttavia, per limitare il riscaldamento a 1,5°C è necessario che i governi si spingano oltre, chiudendo i giacimenti già in produzione.

Gli Stati Uniti sono il primo demolitore del pianeta e rappresentano più di un terzo dell'espansione della produzione globale di petrolio e gas prevista fino al 2050, seguiti da Canada e Russia. Anche gli Emirati Arabi Uniti (EAU) sono destinati a essere uno dei paesi che espanderanno maggiormente la produzione di petrolio e gas, nonostante si siano impegnati a utilizzare la loro presidenza della COP per «mantenere in vita 1,5°C».

Cinque paesi del Nord del mondo che dispongono dei maggiori mezzi economici per eliminare rapidamente la produzione sono responsabili della maggior parte (51%) dell'espansione prevista di nuovi giacimenti di petrolio e gas fino al 2050: Stati Uniti, Canada, Australia, Norvegia e Regno Unito. Nuove trivellazioni in paesi con redditi elevati, economie diversificate e con un’enorme responsabilità storica nel causare la crisi climatica, pur affermando di essere leader climatici, sono imperdonabili. Questi paesi devono non solo fermare immediatamente l'espansione, ma anche muoversi per primi e più velocemente per eliminare gradualmente la loro produzione e pagare la loro giusta quota per finanziare una giusta transizione energetica globale.



Come afferma Romain Ioualalen, coautore del rapporto: «È semplice: quando si è in una buca, il primo passo è smettere di scavare. La crisi climatica è di natura globale, ma è atrocemente ingiusta. Una manciata di nazioni tra le più ricche del mondo sta mettendo a rischio il nostro futuro ignorando gli appelli a eliminare rapidamente i combustibili fossili. Nonostante la scienza ci dica chiaramente cosa ci aspetta oltre l'incremento di 1,5°C, questi cosiddetti leader del clima stanno pianificando il caos climatico. Continuare ad aumentare la produzione di combustibili fossili ovunque non è compatibile con un futuro vivibile».

Julia Levin, direttore associato di Environmental Defence Canada, aggiunge: «Il Canada è stato giustamente smascherato come uno dei peggiori inquinatori del pianeta, a causa dei suoi piani per aumentare la produzione di petrolio e gas. In tutto il Canada l'estate è stata devastante per le persone che hanno perso le loro vite, le loro case e le loro comunità a causa dei disastri climatici. Eppure, i governi canadesi stanno gettando benzina sul fuoco espandendo la produzione di petrolio e gas, mentre il governo federale ritarda l'applicazione di nuove regole che dovrebbero limitare e ridurre le emissioni del settore petrolifero e del gas. Un ulteriore ritardo nella riduzione dell'inquinamento da petrolio e gas è imperdonabile».


Traduzione di Alessandro Cocuzza - Redazione di Antropocene.org

Fonte: Climate&Capitalism 12.09.2023


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