Fonte: Climate&Capitalism - 16.11.2023

Secondo un nuovo rapporto della World Meteorological Organization (WMO), l'abbondanza di gas a effetto serra nell'atmosfera ha raggiunto nel 2022 un nuovo record e non si intravede la fine della tendenza all'aumento.

Nel 2022 le concentrazioni medie globali di anidride carbonica (CO2), il più importante gas serra, hanno superato del 50% quelle dell'era preindustriale. Nel 2023 hanno continuato a crescere.

Il tasso di crescita delle concentrazioni di CO2 è stato leggermente inferiore all'anno precedente e alla media del decennio, secondo il Greenhouse Gas Bulletin del WMO. Ma ciò è dovuto molto probabilmente a variazioni naturali e a breve termine nel ciclo del carbonio. Le nuove emissioni dovute alle attività industriali hanno continuato ad aumentare.

Anche le concentrazioni di metano sono cresciute e i livelli di protossido di azoto, il terzo gas principale, hanno registrato dal 2021 al 2022 il più alto aumento annuale mai rilevato, secondo il Greenhouse Gas Bulletin, pubblicato in occasione della COP28, la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici a Dubai.

«Nonostante decenni di avvertimenti da parte della comunità scientifica, migliaia di pagine di rapporti e decine di conferenze sul clima, stiamo ancora andando nella direzione sbagliata», ha dichiarato il Segretario Generale del WMO, Prof. Petteri Taalas.

«L'attuale livello delle concentrazioni di gas serra è allarmante e fa prevedere un aumento delle temperature entro la fine di questo secolo, ben al di sopra degli obiettivi dell'Accordo di Parigi. Ciò sarà accompagnato da fenomeni meteorologici più estremi, tra cui caldo e precipitazioni intense, scioglimento dei ghiacci, innalzamento del livello del mare, riscaldamento e acidificazione degli oceani. I costi socioeconomici e ambientali saliranno alle stelle. Dobbiamo ridurre con urgenza il consumo di combustibili fossili», ha dichiarato il Prof. Taalas.

Poco meno della metà delle emissioni di CO2 rimane nell'atmosfera. Poco più di un quarto viene assorbito dagli oceani e poco meno del 30% dagli ecosistemi terrestri come le foreste, anche se la variabilità da un anno all'altro è considerevole. Finché le emissioni continueranno, la CO2 continuerà ad accumularsi nell'atmosfera, provocando un aumento della temperatura globale. Data la lunga vita della CO2, il livello di temperatura già osservato persisterà per diversi decenni anche se le emissioni saranno rapidamente ridotte a zero.

L'ultima volta che la Terra ha registrato una paragonabile concentrazione di CO2 è stato 3-5 milioni di anni fa, quando la temperatura era più calda di 2-3°C e il livello del mare era più alto di 10-20 metri rispetto ad oggi.




The Annual Greenhouse Gas Index
[Indice annuale dei gas serra], pubblicato dalla National Oceanic and Atmospheric Administration degli Stati Uniti, mostra che dal 1990 al 2022, l'effetto di riscaldamento sul nostro clima – chiamato forzante radiativo – da parte dei gas serra a lunga vita, è aumentato del 49%, con la CO2 che rappresenta circa il 78% di questo aumento.

L'anidride carbonica è il gas serra più importante nell'atmosfera, responsabile di circa il 64% dell'effetto di riscaldamento sul clima, principalmente a causa della combustione di combustibili fossili e della produzione di cemento.

L'aumento di 2,2 parti per milione (ppm) nella media annuale dal 2021 al 2022 è stato leggermente inferiore rispetto al periodo 2020-2021 e all'ultimo decennio (2,46 ppm annue). La ragione più probabile è l'aumento, in atto da diversi anni, dell'assorbimento di CO2 atmosferica da parte degli ecosistemi terrestri e dell'oceano dovuto all'evento climatico denominato La Niña. Lo sviluppo di El Niño nel 2023 potrebbe quindi avere conseguenze sulle concentrazioni di gas serra.

Il metano è un potente gas serra che rimane nell'atmosfera per circa un decennio e rappresenta circa il 19% dell'effetto riscaldante dei gas serra a lunga vita. Circa il 40% del metano viene emesso nell'atmosfera da fonti naturali (ad esempio, zone umide e termiti), mentre circa il 60% proviene da fonti antropiche (ad esempio, ruminanti, agricoltura del riso, sfruttamento di combustibili fossili, discariche e combustione di biomassa).

L'aumento, dal 2021 al 2022, è stato leggermente inferiore al tasso record osservato dal 2020 al 2021, ma notevolmente superiore al tasso di crescita medio annuo dell'ultimo decennio.

Il protossido di azoto (N2O) è un potente gas serra e una sostanza chimica che impoverisce l'ozono. Rappresenta circa il 7% del forzante radiativo dei gas serra a lunga vita.

L'N2O viene emesso nell'atmosfera sia da fonti naturali (circa il 60%) che da fonti antropiche (circa il 40%), tra cui gli oceani, il suolo, la combustione di biomassa, l'uso di fertilizzanti e vari processi industriali. Per quanto riguarda l'N2O, l'aumento dal 2021 al 2022 è stato superiore a quello osservato in precedenza nella nostra cronologia moderna.



Traduzione di Alessandro Cocuzza -
Redazione di Antropocene.org

Fonte: Climate&Capitalism 16.11.2023


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