Fonte: Climate&Capitalism - 13.10.2023

Gli eventi catastrofici aumentano di frequenza, intensità e complessità, e gli impatti peggiorano in tutto il mondo.



Comunicato stampa della FAO - 13 ottobre 2023


A causa di eventi disastrosi *, negli ultimi trent’anni si è persa produzione agricola e zootecnica per un valore stimato di 3.800 miliardi di dollari, pari ad una perdita media di 123 miliardi di dollari all'anno o al 5% del prodotto interno lordo (PIL) agricolo annuale.

Il nuovo rapporto dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura, intitolato The impact of disasters on agriculture and food security, fornisce la prima stima globale dell'impatto dei disastri sulla produzione agricola, concentrandosi su colture e bestiame. Il rapporto rileva inoltre che la cifra potrebbe essere più alta se fossero disponibili dati sistematici sulle perdite nei sottosettori della pesca e dell'acquacoltura e della silvicoltura. Il rapporto sottolinea la necessità di migliorare urgentemente i dati e le informazioni sull'impatto delle catastrofi su tutti i sottosettori dell'agricoltura, per creare sistemi di dati che possano servire come base su cui costruire azioni efficaci.

«L'agricoltura è uno dei settori più esposti e vulnerabili nel contesto del rischio di catastrofi, data la sua diretta dipendenza dalle risorse naturali e dalle condizioni climatiche. I disastri ricorrenti possono erodere i guadagni in termini di sicurezza alimentare e pregiudicare la sostenibilità dei sistemi agroalimentari», ha dichiarato il Direttore Generale della FAO QU Dongyu nella prefazione al rapporto. «Facendo leva sull'esperienza tecnica della FAO, questa pubblicazione espone le modalità per affrontare in modo proattivo i rischi nei sistemi agroalimentari, integrando la gestione del rischio di catastrofi nelle pratiche e nelle politiche agricole».

Il rapporto rivela che negli ultimi tre decenni i disastri – definiti come gravi interruzioni del funzionamento di una comunità o di una società – hanno inflitto ai paesi a reddito medio-basso, perdite relative pari al 15 % del PIL agricolo totale. I disastri hanno avuto un impatto significativo anche sugli Small Island Developing States (SIDS) [Piccoli stati insulari in via di sviluppo], che hanno perso quasi il 7 % del loro PIL agricolo.


Perdite per gruppi di prodotti

Il rapporto indica anche che le perdite relative ai principali prodotti agricoli sono in aumento. Negli ultimi tre decenni, le perdite di cereali sono state in media di sessantanove milioni di tonnellate all'anno - corrispondenti all'intera produzione cerealicola della Francia nel 2021 – seguite da frutta e verdura e colture zuccherine, con perdite medie di quaranta milioni di tonnellate all'anno. Per i prodotti ortofrutticoli, le perdite corrispondono all'intera produzione di frutta e verdura del Giappone e del Vietnam nel 2021.

Le carni, i prodotti lattiero-caseari e le uova hanno registrato una perdita media stimata di sedici milioni di tonnellate all'anno, corrispondente all'intera produzione di carni, prodotti lattiero-caseari e uova di Messico e India nel 2021.


Differenze regionali  

Le perdite globali nascondono una significativa variabilità tra regioni, sottoregioni e gruppi di paesi. Secondo il rapporto, l'Asia ha registrato la quota di gran lunga maggiore delle perdite economiche totali. Anche l'Africa, l'Europa e le Americhe hanno mostrato un ordine di grandezza simile. Tuttavia, le perdite in Asia rappresentavano solo il 4% del valore aggiunto agricolo, mentre in Africa corrispondevano a quasi l'8%. La variabilità è ancora maggiore tra le sottoregioni.

In termini assoluti, le perdite sono state maggiori nei paesi ad alto reddito, in quelli a reddito medio-alto e in quelli a reddito medio-basso, ma i paesi a basso reddito, e in particolare i SIDS, hanno subito la maggiore incidenza di perdite di valore aggiunto agricolo.


Effetti a cascata dei disastri

Gli eventi catastrofici, in tutto il mondo, sono passati da cento all'anno, nel decennio 1970-80, a circa quattrocento all'anno negli ultimi venti anni. Non solo gli eventi catastrofici stanno aumentando in frequenza, intensità e complessità, ma si prevede anche un peggioramento del loro impatto, poiché i disastri indotti dal clima amplificano le vulnerabilità sociali ed ecologiche esistenti.

Il rapporto sottolinea che, quando i pericoli si manifestano, possono creare effetti a cascata su più sistemi e settori. I fattori alla base del rischio di catastrofi includono il cambiamento climatico, la povertà e la disuguaglianza, la crescita demografica, le emergenze sanitarie causate da pandemie, pratiche come l'uso e la gestione non sostenibile del territorio, i conflitti armati e il degrado ambientale.

L'entità delle perdite e dei danni prodotti da una catastrofe dipende dalla velocità e dalla scala spaziale con cui un pericolo interagisce con la vulnerabilità e con altri fattori di rischio preesistenti, oltre che dalla quantità di beni o mezzi di sussistenza esposti.

In casi estremi, i disastri provocano lo spostamento e la migrazione delle popolazioni rurali. Le massicce inondazioni provocate da piogge monsoniche anomale nella provincia meridionale pakistana del Sindh sono un chiaro esempio di come la combinazione di rischi ad insorgenza lenta e improvvisa abbia provocato la migrazione, incidendo negativamente sui sistemi agroalimentari, aumentando l'insicurezza alimentare.


Verso una maggiore resilienza dei sistemi agroalimentari

I contadini, in particolare i piccoli agricoltori che praticano l'agricoltura pluviale, sono i soggetti più vulnerabili dei sistemi agroalimentari e subiscono  il peso maggiore degli effetti delle catastrofi. Sostenere l'adozione di buone pratiche per la riduzione del rischio di catastrofi a livello agricolo può aiutare i piccoli agricoltori a evitare perdite e a migliorare la loro resilienza. Gli investimenti in buone pratiche per la riduzione del rischio di catastrofi a livello agricolo possono dare risultati in media 2,2 volte migliori rispetto alle pratiche precedenti.

Interventi proattivi e tempestivi, in risposta ai pericoli previsti, sono fondamentali per costruire la resilienza prevenendo e riducendo i rischi in agricoltura. Ad esempio, gli interventi di prevenzione intrapresi in diversi paesi hanno dimostrato un rapporto vantaggioso tra costi e benefici per gli investimenti nella prevenzione dei disastri e nella resilienza. Il rapporto mostra che, per ogni dollaro investito in azioni di prevenzione, le famiglie rurali possono guadagnare fino a sette dollari in benefici e perdite agricole evitate.

Il rapporto delinea tre priorità d'azione: migliorare i dati e le informazioni sugli effetti delle catastrofi su tutti i sottosettori dell'agricoltura – colture, allevamento, pesca e acquacoltura e silvicoltura; sviluppare e integrare approcci multisettoriali e multirischio per la riduzione del rischio di catastrofi nelle politiche e nella programmazione a tutti i livelli; potenziare gli investimenti nella resilienza, perché apportano benefici per ridurre il rischio di catastrofi in agricoltura e migliorare la produzione agricola e i mezzi di sussistenza.



Nota

* I termini «disastri» e «catastrofi» ripetuti più volte nell’articolo fanno riferimento, come si spiega nel corso del testo, a quelli indotti da una molteplicità di fattori quali «il cambiamento climatico, la povertà e disuguaglianza, la crescita demografica, le emergenze sanitarie causate da pandemie, pratiche come l'uso e la gestione non sostenibile del territorio, i conflitti armati e il degrado ambientale».

Traduzione di Alessandro Cocuzza - Redazione di Antropocene.org

Fonte: Climate&Capitalism 13.10.2023


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