L'anima passionale della ragione scientifica, di Emilio Del Giudice, Biblon Edizioni, 2019, a cura di Margherita Del Giudice Tosi, Enrico Chiappini, Antonella De Ninno, Pierre Madl e Giuseppe Vitiello
La produzione teorica presentata in queste pagine corona il sogno di Engels, successivamente condiviso da Wilhelm Reich, sulla realizzazione e sullo sviluppo di una fisica della dialettica della natura che permette "al caso e alla necessità" di cedere il passo al reale divenire dell'evoluzione della materia.
Questa fisica anticipa oggi i contenuti di una dinamica sociale che ancora non c'è, per cui la prassi umana, associata al prodotto del suo lavoro, possa realizzarsi in risonanza con la totalità delle dinamiche fisiche naturali e finalmente sciogliersi "... nel movimento assoluto del divenire".
Enrico Chiappini
Emilio Del Giudice era persona di grande cultura e di molte letture, dagli interessi più vari e proprio per questo quando parlava o scriveva desiderava essere compreso il più possibile da chiunque fosse interessato ad ascoltarlo. Nella scelta degli scritti proposti, si è cercato di includere gli argomenti che più l’hanno appassionato: politica, scienza, acqua, fusione fredda, scegliendo di metterli in ordine cronologico per cogliere l’evoluzione del suo pensiero e il sopraggiungere di interessi nuovi legati alle vicende del mondo e alle nuove ricerche di altri scienziati, che andavano a stimolare il suo pensiero.
Per una scienza nuova*
Il secolo che sta per concludersi si aprì con grandi speranze in tutti i campi della conoscenza umana: la fisica quantistica, la relatività, la psicodinamica del profondo, la biologia elettromagnetica aprirono grandi squarci nel muro che proteggeva l’ignoto e suggerirono punti di vista potenzialmente capaci di illuminare le leggi del comportamento “spontaneo” della materia sia inanimata che animata, fino ad allora incomprensibile per un pensiero ingessato nel duplice busto del meccanismo della fisica classica e del suo fratello gemello, lo spiritualismo irrazionalistico, entrambi complici nella separazione tra materia e sua possibilità di movimento spontaneo. Dopo il 1920 e il tracollo, tra fuochi di guerra e dopoguerra, di molte generose speranze e immature illusioni, anche la scienza ha conosciuto la sua controrivoluzione.
Delle prospettive rivoluzionarie dell’inizio del secolo sono restati nomi e santini, mentre la realtà è stata contrassegnata dalla distruzione di ogni punto di vista realistico e di ogni desiderio di percepire la dinamica del reale, a vantaggio di un punto di vista neo-tolemaico e neo-aristotelico in cui la descrizione dei dati e il loro incasellamento in una struttura di epicicli è l’unica attività scientifica riconosciuta e ricompensata. Dove manca la possibilità dell’epiciclo, supplisce quella “resa della ragione” che è il moderno mito della complessità. La scienza perde perciò la possibilità di alllargare il suo reame alle province del reale provvisoriamente governate dalla stregoneria e dall’irrazionalismo, con cui può solo continuare, sotto l’apparenza della “guerra fredda”, il sostanziale consociativismo fondato sulla spartizione dei differenti settori del reale: a me la materia, a te lo spirito.
La fine del secolo vede però questa ondata controrivoluzionaria esaurirsi nella sua forza interiore conservando unicamente il sostegno delle istituzioni e della violenza esteriore (monopolio di fondi, carriere, mezzi di comunicazione). Dalle crepe di questa crisi emergono correnti scientifiche (fusione fredda, memoria dell’acqua, coerenza dei campi quantistici) che, riattaccandosi alle spinte dell’inizio del secolo, cominciano a mostrare come l’evoluzione della materia macroscopica – anche in forme “meravigliose” e “magiche” finora insospettate – emerga come conseguenza dei comportamenti coerenti e collettivi di quei componenti elementari che la scienza del Novecento, dopo aver scoperto, ha confinato in uno sterile individualismo. Non è l’atomo il responsabile del comportamento spontaneo della materia, ma il coro degli atomi al ritmo dell’onnipervasivo campo elettromagnetico. E attraverso la legge che rende possibile il coro, noi possiamo accostarci agli aspetti “spirituali” di quel dato pezzo di materia.
Contro queste nascenti prospettive, l’apparato ufficiale di mandarini, amministratori e gazzettieri si è scatenato, usando sia lo strangolamento economico che la censura, sia la calunnia che l’emarginazione. Noi crediamo che, in contrasto con l’apparato responsabile della costruzione della bomba atomica e della resa di fronte al cancro e all’AIDS, così come in contrasto con l’irrazionalismo che consegna il mondo dello spirito alla stregoneria, stia nascendo una nuova scienza. Attraverso l’accoglimento dello spirito profondo della rivoluzione quantistica, questa nuova scienza è ora in grado di cogliere all’interno di un brano di materia l’incredibile rete di connessioni e di messaggi che i costituenti elementari si scambiano dando così una ragione d’essere all’insieme collettivo di cui sono parte, da cui a loro volta traggono proprietà e caratteristiche che individualmente non possono possedere. Sulla strada aperta al nuovo paradigma è possibile già ora intravedere un modo di affrontare i vecchi problemi completamente nuovo, una vera “nuova alleanza” fra uomo e natura.
Emilio Del Giudice
*Appunti manoscritti. In collaborazione con Giuliano Preparata
Emilio Del Giudice – Napoli, 1º gennaio 1940, Milano, 31 gennaio 2014 – è stato un Fisico che ha lavorato nel campo della materia condensata. Pioniere della teoria delle stringhe nei primi anni settanta, è stato uno dei cardini di un’attiva scuola di fisica teorica italiana. Noto a livello internazionale anche per i suoi studi con Giuliano Preparata all’Istituto nazionale di fisica nucleare (INFN), il suo interesse scientifico preminente è stato soprattutto nella ricerca sul ruolo dell’acqua nella fisica degli organismi viventi. Straordinario divulgatore scientifico, in particolare sui temi della meccanica quantistica, approfondì le Sue teorie al MIT – Massachusset Institute of Technology (USA), e lavorò al Niels Bohr Institute di Copenhagen e all’ International Institute of Biophotonics di Neuss, in Germania.
Oltre a numerosissime pubblicazioni scientifiche, ha pubblicato: Omeopatia e bioenergetica. Le medicine alternative: dalla stregoneria alla scienza, Cortina (Verona), 1999, Il segreto delle tre pallottole, Edizioni Ambiente, 2010 e Essere umani. Prospettive per il futuro, Franco Angeli, 2016.
Ha ricevuto la Medaglia Prigogine, prestigioso premio istituito dal Wessex Institute of Technology per celebrare la memoria del premio Nobel per la Chimica Ilya Prigogine, che viene assegnato ogni anno ad uno studioso d’eccellenza che si è distinto per i risultati della ricerca scientifica nell’ambito delle scienze evolutive.
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