Food, Health and Capitalism. Covid-19 and Beyond, di Anarchist Communist Group, 2020.

Questo opuscolo va alla radice della pandemia in corso, indicando la causa nel capitalismo, includendo il modo in cui viene sfruttato il suolo, in cui viene prodotto il cibo e ciò di cui ci nutriamo.

Inizia esaminando le malattie zoonotiche - quelle che sono passate dagli animali all'uomo - e discute di come il capitalismo abbia creato contesti ambientali favorevoli alle interazioni letali uomo-animale. Si prosegue discutendo dell'agricoltura industriale, del suo uso di antibiotici, pesticidi e fertilizzanti sintetici e del suo impatto sulla salute. L'opuscolo continua poi con uno sguardo al consumo di cibo e al ruolo del capitalismo nel facilitare non solo le malattie zoonotiche, ma anche le malattie non trasmissibili come il diabete e le malattie cardiache. Le diete malsane sono discusse nel contesto dell'insicurezza alimentare, del dominio da parte delle multinazionali del cibo e delle disuguaglianze di classe.

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Una recensione

L’ Anarchist Communist Group (ACG), formatosi nel 2018 da ex-membri della Anarchist Federation in Great Britain, ha come obiettivo una completa trasformazione della società, intesa come quello stato di cose in cui “la classe lavoratrice rovescia il capitalismo, abolisce lo stato, elimina lo sfruttamento, le gerarchie, qualunque forma di oppressione e ferma la distruzione dell’ambiente”. Tra le attività del gruppo vi è la produzione di opuscoli in cui discutono i loro obiettivi, uno dei quali esamina il modo in cui il capitalismo produce cibo ed il ruolo che esso ha avuto nella attuale epidemia di Covid-19.

Nonostante la brevità del testo (45 pagine), esso è ben documentato, delineando in modo efficace come un sistema che si regge sul profitto – la forza trainante dell’economia capitalistica mondiale – imponga uno sfruttamento sempre più intenso della terra e degli animali, portando ad un “ambiente tempestoso perfetto” per malattie a carattere infettivo.  Il testo delinea le condizioni dell’agricoltura industriale che, dopo aver causato precedenti epidemie di virus come MERS, Ebola e SARS, hanno portato all'attuale pandemia di Covid-19, che nella sua diffusione indiscriminata a livello mondiale sta provocando panico e minacciando un crollo sociale ed economico. Spiega come questi virus derivino da una forma di agricoltura intensiva, in cui "più si può produrre con meno input, maggiore è il profitto", con effetti sulla salute umana (per non parlare del benessere di animali) a cui viene prestata poca considerazione.
Così, per es., gli allevamenti intensivi e i mattatoi, la preparazione e la vendita di una gamma crescente di fauna selvatica in Estremo Oriente in condizioni di sovraffollamento e insalubri, forniscono un terreno fertile affinché virus mortali “saltino” dagli animali agli umani, per poi diffondersi indiscriminatamente. Inoltre, la quadruplicazione della produzione globale di carne nell'ultimo mezzo secolo ha condotto ad un uso della maggior parte delle risorse terrestri allo scopo di nutrire gli animali destinati alla macellazione, piuttosto che alla coltivazione di cibo diretto al consumo umano. Ciò ha portato a ad un diffuso stato di obesità in alcune parti delle popolazioni, ma allo stesso tempo, come si sottolinea, in molte parti del mondo si muore di fame e, ad es., anche nel Regno Unito si riportano stime per le quali, anche prima l'attuale virus colpito, almeno 3 milioni di persone soffrivano la fame,  e 14,6 milioni di insicurezza alimentare. La ragione di tutto ciò è che, mentre un certo numero di persone diventano obese a causa del cibo a buon mercato e malsano che mangiano, altre soffrono la fame perché non hanno i soldi per comprare cibo a sufficienza di qualunque tipo. Tutto ciò, si insiste, è semplicemente il risultato di un sistema che mette il profitto prima del bisogno. "Il capitalismo è penetrato ovunque sul pianeta nella sua ricerca di profitti".

Quali rimedi vengono proposti dall’ACG per eliminare le pratiche mortali dell’agricoltura industriale, la produzione di cibo a buon mercato e non di qualità, la povertà nell’abbondanza anche nelle aree del pianeta più avanzate? Si sostiene "l’urgenza di creare un sistema agricolo che non sia basato sulla necessità di competere nell'economia di mercato e in cui i bisogni umani e la salute siano la priorità principale", affermando che "invece di cercare di riparare il sistema… dobbiamo sbarazzarcene del tutto e sostituirlo con un sistema alimentare che possa veramente soddisfare le esigenze di tutti… l'obiettivo è che il cibo sia libero”. Fin qui tutto bene. Ciò sembra rispecchiare gli intenti di una società socialista, una società in cui tutti abbiano accesso al cibo, data una produzione per i bisogni e non per  il profitto. Tuttavia l’opuscolo, nella sua sezione finale intitolata " Basic Principles of a Revolutionary New Food and Agriculture ", sembra annacquare questo obiettivo, appoggiando non tanto una società in cui il cibo sia liberamente accessibile per tutti, ma piuttosto iniziative singole come la “riforma agraria”, la "collettivizzazione dell'agricoltura " e lo "sviluppo di cooperative per la distribuzione e il consumo ". Tutto ciò sembra essere proposto nel quadro dell'attuale sistema capitalista, implicito nello slogan tipicamente riformista di "iniziare da adesso a trasformare la nostra società". Un peccato, perché il modo per trasformare veramente la società non si ottiene attraverso individui o gruppi che combattono gli imperativi del capitalismo all'interno del sistema attuale, ma se loro si uniscono per persuadere la maggior parte dei salariati a intraprendere un'azione democratica rivoluzionaria per abolire l’intera struttura sociale del capitalismo (società del profitto) e costruire il socialismo (una società in cui l’accesso ai mezzi di sussistenza  è gratuito,  basata sulla soddisfazione dei bisogni umani).

Howard Moss, Socialist Party of Great Britain

Traduzione a cura della Redazione di Antropocene,org