Fonte: Terrelibere.org - 2009

Date le redivive voci intorno alla possibile costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina, una delle tante infrastrutture solamente dannose per gli ecosistemi, pubblichiamo un articolo* che  si sofferma sul quadro economico e finanziario nel quale si inquadrava il reiterato progetto del Ponte. 

La dinamica è sempre la stessa: più crescita più lavoro, una crescita con forti connotazioni di carattere speculativo, nel caso delle infrastrutture. Il lavoro umano, come elemento di mediazione tra uomo e natura, come costituente il metabolismo sociale, non dovrebbe compromettere i processi ed i cicli naturali, non dovrebbe essere lavoro salariato, non dovrebbe essere capitale, non dovrebbe essere funzione della crescita economica capitalistica.

In un diverso contesto sociale, come lo fu nelle società precapitalistiche, l’espressione "crescita" sarebbe priva di senso. Come scrive J. Kovel, “La natura non produce nulla. Piuttosto si evolve in nuove forme che interagiscono tra loro in formazioni che chiamiamo ecosistemi, che diventano i luoghi di una ulteriore evoluzione. Come abbiamo scoperto, ciò ha condotto ad una creatura che ha introdotto la produzione nella natura, poi le economie, le classi e il capitalismo, che diffondendosi come un cancro genera la nostra crisi ecologica”, The Enemy of Nature, p. 234

A cura della Redazione di Antropocene.org

* Il contesto ed il "dettaglio" Ponte
, di Giuseppe Sottile
In: Ponte sullo Stretto e mucche da mungere - Grandi infrastrutture, servizi pubblici e bolle speculative, a cura di Luigi Sturniolo, Terrelibere.org edizioni, 2009

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