Fonte: Climate&Capitalism - 28.08.2023

Secondo una nuova ricerca pubblicata su «Environmental Research Letters», più di un miliardo di mucche in tutto il mondo soffriranno di stress da caldo entro la fine del secolo se le emissioni di carbonio saranno elevate e la protezione dell'ambiente sarà scarsa.

Questo significherebbe che gli allevamenti di bovini dovranno affrontare uno stress da caldo potenzialmente letale in gran parte del mondo, tra cui l'America centrale, il Sudamerica tropicale, l'Africa equatoriale e l'Asia meridionale e sudorientale. La ricerca ha anche rilevato che una rapida riduzione delle emissioni di gas serra, oltre a mantenere la produzione di bestiame vicino ai livelli attuali, ridurrebbe questi impatti di almeno il 50% in Asia, del 63% in Sud America e dell'84% in Africa.

Il caldo estremo danneggia il bestiame in molti modi diversi, soprattutto se combinato con un'elevata umidità. Riduce la fertilità, ostacola la crescita dei vitelli e può provocare un aumento dei decessi. Nelle vacche da latte, riduce anche la produzione di latte. Tutti questi fattori incidono sulla redditività degli allevamenti, riducendo il benessere degli animali e il reddito delle aziende agricole.

I ricercatori prevedono che, se in futuro le emissioni di carbonio saranno molto elevate, nove mucche su dieci in tutto il mondo sperimenteranno trenta o più giorni di stress da caldo all'anno e più di tre su dieci lo sperimenteranno tutto l'anno entro la fine del secolo. Sebbene i paesi più colpiti saranno quelli delle regioni tropicali, anche molte altre parti del mondo dovranno affrontare diversi mesi di stress da caldo ogni anno, comprese alcune zone dell'Europa e del Nord America. Alcune aree del Giappone, dell'Australia e del Messico, tra le altre, sperimenteranno cent’ottanta giorni di stress da caldo o più all'anno.

L'aumento delle temperature e dell'umidità costringerà gli allevatori ad adattarsi a queste nuove condizioni, ad esempio fornendo ventilazione o addirittura aria condizionata agli animali o passando a razze bovine adattate al calore. Ma queste misure diventeranno sempre più costose con il riscaldamento futuro e non saranno possibili in tutti i luoghi, il che significa che l'allevamento di bestiame potrebbe non essere più redditizio in luoghi in cui è attualmente un'occupazione importante, ad esempio in India, Brasile, Paraguay, Uruguay e Argentina nord-orientale, e in tutti i Paesi saheliani e dell'Africa orientale.

Ridurre rapidamente le emissioni di carbonio e mantenere la produzione zootecnica entro i livelli attuali ridurrebbe notevolmente il numero di bovini esposti allo stress da caldo, soprattutto in alcune delle regioni più colpite, tra cui Asia, Sud America e Africa. La riduzione delle emissioni proteggerà anche il bestiame delle regioni temperate dallo stress da caldo per più della metà dell'anno.

I ricercatori sottolineano che le decisioni di oggi saranno fondamentali per i prossimi decenni. Per esempio, l'abbattimento delle foreste tropicali per l'allevamento del bestiame in luoghi come l'Amazzonia e l'Africa centrale non solo aumenterà il numero di capi di bestiame in aree che già sperimentano il maggior stress da caldo, ma peggiorerà anche il cambiamento climatico, rendendo estremamente difficile l'allevamento del bestiame in queste regioni e altrove.

Riducendo la quantità di carne bovina nelle diete e mangiando più prodotti a base vegetale, si ridurrebbe la domanda di prodotti bovini da parte dei consumatori. In questo modo si ridurrebbe il numero di animali a rischio di stress da calore, offrendo al contempo opportunità di protezione delle foreste e di ripristino dei terreni degradati che potrebbero contribuire a limitare l'aumento della temperatura.

La dottoressa Michelle North, veterinaria e ricercatrice dell'Università di KwaZulu-Natal, ha dichiarato:

«Il nostro studio mostra chiaramente che i bovini sono sempre più esposti a temperature che incidono sul loro benessere, riducendo la crescita e la produzione e portando potenzialmente a un aumento dei decessi, in molte parti del mondo che attualmente sono considerate territorio privilegiato per l'allevamento. È inoltre importante ricordare che in questo caso stiamo esaminando solo lo stress da calore e non consideriamo i cambiamenti nella disponibilità di acqua. Ciò significa che l'allevamento di bestiame diventerà sempre meno redditizio in molte parti del mondo».

Il dottor Christopher Trisos, ecologo e ricercatore sui cambiamenti climatici presso l'Università di Città del Capo, ha dichiarato:

«Abbiamo visto gli impatti mortali per gli esseri umani dell'intensificarsi delle ondate di calore dovute ai cambiamenti climatici, ma anche gli animali che ci nutrono sono a grave rischio a causa del caldo. Dobbiamo agire subito per limitare il rischio. Espandere la produzione di bestiame abbattendo o bruciando le foreste tropicali è insostenibile, peggiora il cambiamento climatico e comprometterà il benessere di centinaia di milioni di capi di bestiame in più che saranno esposti a gravi stress da caldo per tutto l'anno».

(Adattato da materiali forniti da IOP Publishing).




ABSTRACT

«Environmental Research Letters», 24 agosto 2023

Rischio globale di stress da caldo per i bovini a causa dei cambiamenti climatici

di Michelle A. North, James A. Franke, Birgitt Ouwenee e Christopher H. Trisos

L'allevamento del bestiame è una delle principali fonti di produzione alimentare e di sostentamento a livello mondiale che sta subendo l'impatto dei cambiamenti climatici. Tuttavia, nonostante i numerosi studi che riportano gli impatti del caldo su scala locale, quantificare il rischio globale di stress da caldo per il bestiame a causa dei cambiamenti climatici rimane una sfida.

Abbiamo condotto una documentata sintesi globale degli stress da caldo per i bovini, utilizzando 164 registrazioni per identificare le condizioni di temperatura-umidità associate alla diminuzione della produzione e all'aumento della mortalità. Abbiamo poi analizzato le proiezioni di come le future emissioni di gas serra e le decisioni sull'uso del suolo limiteranno o aggraveranno lo stress da caldo, e mappato tutto ciò a livello globale.

La soglia mediana per l'insorgenza di impatti negativi sui bovini aveva un indice di temperatura-umidità di 68,8 (95% C.I.: 67,3-70,7). Attualmente, quasi l'80% del bestiame a livello globale è esposto a condizioni che superano questa soglia per almeno 30 giorni all'anno. Per un riscaldamento globale superiore a 4°C, emerge uno stress da caldo di oltre 180 giorni all'anno nelle regioni temperate e lo stress da caldo per tutto l'anno si espande a tutte le regioni tropicali entro il 2100. Limitando il riscaldamento globale a 2°C, si limita l'espansione di 180 giorni di stress da caldo alle regioni subtropicali.

In tutti gli scenari, la gravità dello stress da caldo aumenta maggiormente nelle regioni tropicali, riducendo le rese lattiere globali. Le future decisioni sull'uso del suolo sono un importante fattore di rischio. In uno scenario di bassa protezione ambientale (SSP3-RCP7.0), la maggiore espansione dell'allevamento di bestiame è prevista per le regioni tropicali (in particolare Amazzonia, Bacino del Congo e India), dove si prevede un aumento maggiore dello stress da caldo. Entro il 2090, oltre 500 milioni di capi di bestiame in più in queste regioni saranno esposti a gravi rischi di calore rispetto al 2010.

Uno scenario a minore intensità di risorse e maggiore protezione ambientale (SSP1-RCP2.6) riduce il rischio di calore per il bestiame di almeno il 50% in Asia, del 63% in Sud America e dell'84% in Africa.

Questi risultati evidenziano come le scelte sociali che espandono la produzione di bestiame nelle regioni delle foreste tropicali siano insostenibili, poiché peggiorano il cambiamento climatico ed espongono centinaia di milioni di capi di bestiame in più a forti aumenti dello stress da caldo durante tutto l'anno.



Traduzione di Alessandro Cocuzza - Redazione di Antropocene.org

Fonte: Climate&Capitalism 28.08.2023


Articoli da Climate and Capitalism in traduzione italiana