Fonte: Pressenza International Press Agency - 13.05.2023

Per la prima volta, le temperature superficiali dei mari, che si sono sempre ritirate dai picchi annuali, si mantengono elevate.


È stata innescata la bomba termica dell'oceano?


Il riscaldamento globale e la pesca eccessiva hanno danneggiato gli ecosistemi oceanici ben oltre il riconoscimento di pochi decenni fa. Eppure, da solo, l'oceano ha resistito per oltre tre miliardi di anni. Ma, ahimè, in meno di una vita umana sta vacillando come mai prima d'ora e studi credibili sostengono che gli oceani del mondo potrebbero essere privi di vita entro soli tre decenni. Si tratta di una delle trasformazioni più preoccupanti di tutti i tempi, niente è paragonabile ad essa, assolutamente niente!

La bomba di calore degli oceani riguarda l'impatto del riscaldamento globale e della pesca eccessiva, nessuno dei quali è abbastanza in cima alla lista delle cose da fare per aiutare a sostenere gli ecosistemi. Va notato che l'adozione da parte di Wall Street di un approccio verde per fare profitti non risolverà (non in tempi sufficientemente brevi) il problema del riscaldamento globale, ma c'è molto verde da cui guadagnare. A quanto pare, la relazione d'amore con i combustibili fossili è un punto fermo: secondo i dati dell'AIE, i combustibili fossili costituiscono circa l'80% dell'energia negli ultimi cinquant’anni, né la cosa cambierà nel 2023. E un controllo della realtà: «Le grandi banche e le società d'investimento si sono unite alla schiera di aziende che si sono impegnate a raggiungere lo “zero-netto” [di emissioni]. Ma le loro ingenti partecipazioni in progetti petroliferi e nel settore del gas stanno minando i loro impegni riguardo al clima».[1]

Inoltre, come se l'oceano surriscaldato non fosse già abbastanza, la pesca eccessiva è totalmente fuori controllo ed ha quasi cancellato dagli oceani diverse specie: ad esempio, oltre undicimila squali vengono uccisi ogni ora e la loro specie è a rischio di estinzione, anche semplicemente a causa di una zuppa di pinne di squalo insapore.

Gli oceani sono una gigantesca spugna che assorbe il 90% del calore planetario, consentendo alla vita di continuare a svilupparsi nel suo ciclo di diecimila anni, né troppo caldo né troppo freddo, dell’Olocene. Ma i tempi stanno cambiando molto rapidamente. Per la prima volta a memoria degli scienziati, le temperature della superficie del mare, che si ritirano sempre dai picchi annuali, non riescono a farlo, rimanendo alte ed essi «avvertono che questo sottolinea un impatto sottovalutato ma grave del cambiamento climatico».[2]

«Il riscaldamento degli oceani aumenta di anno in anno a un ritmo assolutamente sbalorditivo», afferma Jean-Baptiste Sallée, ricercatore del CNRS (Centro Nazionale francese per la Ricerca Scientifica).[3]

Gli scienziati ora avvertono che i gas serra generati dall'uomo stanno mostrando il peggiore scenario possibile, con l'oceano che si trasforma in una “bomba di calore” a causa del riscaldamento globale. Chi la fa l'aspetti. Sembra che la bomba di calore oceanica sia stata innescata.

Secondo le registrazioni dell'osservatorio statunitense NOAA, all'inizio di aprile 2023 le temperature medie superficiali degli oceani, escluse le acque polari, raggiungeranno il massimo storico di 21,1°C (70°F). Più che un interesse passeggero, questo massimo storico potrebbe essere innalzato di molto da un imminente fenomeno meteorologico, El Niño, che innescherebbe la bomba di calore oceanica caricando ulteriormente il sistema climatico. Di conseguenza, il 2022, anno disastroso senza precedenti, che ha colpito tutti i continenti con inondazioni, siccità, ondate di calore e incendi destabilizzanti, potrebbe essere un'esperienza da poco se paragonata a ciò che è in serbo per il 2023-24.

In prospettiva, è importante ricordare che il 2022 è stato influenzato da La Niña, un ciclo di raffreddamento naturale; nonostante ciò, un caldo quasi record ha consumato il pianeta. La Niña non è stata di molto aiuto, il che non può che essere considerato una delusione. Secondo la NASA, se si tiene conto dell'impatto de La Niña sul raffreddamento, il 2022 è stato l'anno più caldo mai registrato.

La conseguenza più immediata dell'eccessivo calore degli oceani saranno ondate di calore marine più gravi, paragonabili agli incendi terrestri delle foreste pluviali. Questi equivalenti sottomarini degli incendi [terrestri] degradano/distruggono le foreste di kelp*, come nel caso della drastica riduzione delle alghe kelp della costa occidentale del Pacifico o dello sbiancamento dei coralli della Grande Barriera Corallina, oltre ad alterare negativamente le sostanze nutritive e l'ossigeno necessari per tutta la vita marina. In tal modo, scompaiono elementi basilari di un importante ecosistema… Tutto ciò avviene mentre gli oceani del mondo stanno già soffrendo a causa della pesca eccessiva, dell'inquinamento chimico e della plastica e dell'acidificazione, stimolata da un eccesso di calore.

La bomba di calore degli oceani minaccia la linfa vitale della civiltà in molteplici modi, per cui ci si aspetta che a un certo punto si ribelli trasferendo il calore all'esterno. Questo potrebbe innescare un surriscaldamento del pianeta? Naturalmente, non è solo la macchina del calore umano ad essere all'opera; è anche l'insaziabilità umana, un'ingordigia che ignora la sostenibilità, distruggendo lo stock ittico mondiale con notevole velocità ed efficienza, mentre le moderne flotte pescherecce fanno letteralmente a pezzi la vita marina.


Il dilemma della pesca eccessiva

La pesca eccessiva è una minaccia diretta al futuro consumo umano di pesce. Secondo una ricerca condotta da The World Counts (una fonte di dati in tempo reale sullo “stato del pianeta”): «Gli oceani del mondo potrebbero essere praticamente svuotati di pesci entro il 2048. Uno studio dimostra che, se non cambierà nulla, nel 2048 saremo a corto di essi. Se vogliamo preservare gli ecosistemi marini, è necessario un cambiamento».

Uno studio quadriennale su 7.800 specie marine ha concluso che la tendenza a lungo termine è chiara e prevedibile. Il numero di specie è in forte discesa.

«Quasi il 90% degli stock ittici marini mondiali è oggi sovrasfruttato, e la pesca di specie selvatiche fatica senza un solido quadro normativo e una forte applicazione... A livello globale, i dati sulla pesca e sugli stock ittici sono insufficienti per supportare una gestione adeguata. È necessario uno sforzo concertato a livello nazionale e internazionale per raccogliere, analizzare e interpretare i dati sulla pesca ai fini della definizione delle politiche».[4]

Tuttavia, secondo The World Counts, per quanto riguarda gli stock ittici, circa l'80% delle attività di pesca mondiali sono eccessivamente sfruttate, esaurite o in stato di collasso. A livello mondiale, il 90% dei grandi pesci predatori, come squali, tonni, marlin e pesci spada, è già scomparso. Ad esempio, secondo la Commissione internazionale per la conservazione dei tonnidi (ICCAT), lo stock di tonno rosso dell'Atlantico è crollato al 13% rispetto al livello del 1950. Secondo SciDev.net e l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura (FAO), il tonno rosso del Pacifico è stimato al 4-5% rispetto ai livelli del 1950.

I problemi dell'oceano sono noti. Le soluzioni sfuggono alle autorità. L'attuale flotta peschereccia mondiale ha una capacità sufficiente a coprire quattro sistemi oceanici simili alla Terra. Si tratta di un'attività altamente tecnologica e inquietantemente simile allo strip mining** sulla terraferma. Secondo il giornalista canadese Michael Harris, stiamo «usando la magia nera della tecnologia per fare del mare un deserto».[5]

Quasi del tutto privi di regolamentazione, gli oceani sono preda di enormi flotte di pescatori tecnologicamente avanzati, che raccolgono letteralmente di tutto, gettando via le catture accessorie, come ad esempio gli squali. Si tratta per lo più di imbarcazioni cinesi che si aggirano per i mari. L'Overseas Development Institute sostiene che la flotta cinese di pesca d'altura conta diciassettemila imbarcazioni, a fronte delle trecento imbarcazioni di quella statunitense.

«Dopo aver esaurito i mari vicino a casa, negli ultimi anni la flotta peschereccia cinese ha navigato più lontano per sfruttare le acque di altri paesi, compresi quelli dell'Africa occidentale e dell'America Latina, dove l'applicazione delle norme tende a essere più debole, in quanto i governi locali non hanno le risorse o la propensione a sorvegliare le loro acque. La maggior parte delle navi cinesi che operano in acque lontane sono così grandi che in una settimana catturano una quantità di pesce pari a quella che le imbarcazioni locali del Senegal o del Messico potrebbero catturare in un anno».[6]

Secondo l'IUU Fishing Index (vale a dire, della pesca illegale, non dichiarata, non regolamentata), la Cina è al primo posto al mondo per violazione delle leggi marittime, in particolare per quanto riguarda lo spinnamento degli squali. Le gigantesche navi frigorifere cinesi, chiamate “Mothership”, caricano il pescato della flotta cinese, permettendo così a un'intera flotta di pescherecci a strascico di pescare 24 ore su 24, 7 giorni su 7, senza rientrare in porto per settimane e settimane.

La miccia della bomba termica oceanica è stata accesa. La domanda è se sia possibile spegnerla prima che sia troppo tardi. La risposta più probabile è: No, non può essere spenta, non perché sia impossibile, ma piuttosto perché non esiste un piano mondiale coordinato per farlo. Dopo tutto, ciò avviene sott'acqua, dove nessuno vede, e le statistiche sullo stato degli stock ittici oceanici sono sospette e soggette a notevoli congetture e facilmente criticabili.

Dov'è un piano credibile e coordinato a livello mondiale per sostenere gli ecosistemi oceanici? Dov'è un piano Marshall credibile e coordinato a livello mondiale, uno sforzo concertato per combattere il riscaldamento globale, con i finanziamenti necessari e i mezzi per fare la differenza? Non esistono di fronte all'abbondanza di prove concrete di un pianeta che sta gridando “Aiutatemi!”.

Semplicemente, non c'è comunque abbastanza attenzione o un sufficiente impegno per controllare o migliorare l'impatto deleterio del riscaldamento globale causato dall'uomo, che sta cambiando il clima a una velocità dieci volte superiore a quella osservata in qualsiasi studio paleoclimatico della storia della Terra risalente a un miliardo di anni fa. Inoltre, affrontare questa situazione complicata è un'impresa ardua fin dall'inizio.

Nel frattempo, i gas a effetto serra stabiliscono nuovi record ogni anno, ogni anno senza sosta. «Le osservazioni raccolte dagli scienziati della NOAA nel 2022 dimostrano che le emissioni di gas serra continuano ad aumentare ad un ritmo allarmante e persisteranno nell'atmosfera per migliaia di anni, ha dichiarato Rick Spinrad, Ph.D., amministratore della NOAA».[7]

Di anno in anno, c'è sempre più degrado, sempre più gas serra, sempre più dichiarazioni a parole per «mantenere [il riscaldamento mondiale] al livello di 1,5°C» da parte di conferenze globali prive di senso, e sempre più distorsioni della verità, che ha raggiunto livelli epidemici. La distorsione della verità è stata, ed è tuttora, uno dei maggiori ostacoli ad affrontare il problema del riscaldamento globale.

Nel recente passato, la prova rivelatrice di un profondo cambiamento nel modo in cui la società si approccia alle questioni esistenziali si è manifestata quattro giorni dopo l'insediamento di Donald Trump, che ha audacemente e falsamente affermato: «il pubblico più numeroso che abbia mai assistito a un insediamento». Subito dopo, le vendite di 1984 di George Orwell (pubblicato nel 1949) hanno avuto un’impennata del 10.000%, diventando da un giorno all'altro il bestseller numero uno. La gente avvertiva un putrido marciume nell'aria, che bruciava le narici.

1984 rimane la fonte di riferimento per le persone quando «la verità è mutilata... il linguaggio distorto... il potere è abusato... e quando vogliamo sapere quanto male possono andare le cose».[8]

Pensate a quanto sia sfortunatamente casuale che (1) Orwell (2) il riscaldamento globale (3) la pesca eccessiva e (4) Trump, l'avatar della disinformazione, si intersechino nello stesso momento storico. Il risultato è che la gente mette in dubbio la credibilità dei fatti e si rifiuta di accettare la verità quando è più importante, paralizzando così la comprensione pubblica di studi scientifici cruciali che dovrebbero educare, non distrarre.

Di conseguenza, la comunità mondiale non sembra sapere che direzione prendere. È senza direzione e forse paralizzata dalla portata schiacciante di un problema climatico molto spinoso che sta iniziando a perseguitare l'esistenza. Inoltre, la maggior parte delle persone non vive dove il cambiamento climatico si manifesta per primo e quindi ha difficoltà ad accettare la realtà del pericolo. Ad esempio, chi vive nel permafrost siberiano o in Antartide o in Groenlandia? Fino a poco tempo fa, la vita quotidiana non è stata influenzata dalla realtà nascosta di un sistema climatico feroce e in rapido cambiamento, lontano dalla vita urbana, che ha iniziato a invadere tutti i continenti solo di recente, nel 2022.

Poi, per la prima volta, l'opinione pubblica ha visto e/o sentito l'impatto dell'influenza del riscaldamento globale, mentre i camion portavano acqua potabile a più di cento città e villaggi aridi nei Paesi più sviluppati del mondo, Francia e Italia, e le chiatte commerciali si contorcevano nel fango sulle vie d'acqua commerciali del Reno, del Danubio e del Po, mentre le inondazioni improvvise in Cina hanno raso al suolo novemila case (una rivincita per il cemento che ha sostituito le zone umide) e intrappolato i passeggeri della metropolitana con l'acqua fino al mento. Questi eventi impressionanti si sono verificati nel 2022. Niente di tutto ciò è normale.

Nel frattempo, secondo una recente intervista di Noam Chomsky sulla «Boston Review», The Proto-fascist Guide to Destroying the World, «Una brutale guerra di classe ha devastato gran parte del mondo e ha portato a una tremenda rabbia, un risentimento, un disprezzo per le istituzioni... Gli Stati Uniti stanno aprendo la strada a una sorta di proto-fascismo».

Un bersaglio primario del proto-fascismo è l'intellighenzia che si arrovella sui cambiamenti climatici.

«Negli ultimi anni, i populisti di destra si sono posizionati come i più strenui difensori dell'Europa: contro l'immigrazione e le minacce alla sovranità nazionale; contro le restrizioni della pandemia e l'influenza delle istituzioni globali; e contro ciò che considerano l'isteria dei governi nazionali sul cambiamento climatico, che i populisti hanno descritto come “paura degenerata” nel migliore dei casi e “totalitaria” nel peggiore».[9]

La destra populista, o per dirla con Chomsky, i proto-fascisti, sostengono che le politiche verdi, come le tasse sui carburanti e gli incentivi alla decarbonizzazione, rappresentino un attacco elitario alla vita della gente comune, in questo modo il problema non è più riconducibile alla causa principale, ovvero i gas serra generati dall'uomo, come la CO2, che sta diventando troppo ovvia per essere liquidata. In modo analogo, si ignorerà il problema del sovrasfruttamento delle risorse ittiche, ammesso che l'America mainstream possa mai accorgersene, cosa di cui si dubita.

Come è possibile mettere insieme uno sforzo collettivo a livello mondiale per affrontare le spinose questioni del cambiamento climatico quando la disinformazione confonde le acque in modo irriconoscibile?

E quando sarà troppo tardi per fare qualcosa?

E, per andare alla radice, cosa c'è di fondamentalmente sbagliato in un sistema socio-economico che causa, e sceglie di ignorare, gli squilibri dell'ecosistema che portano al collasso?

Un importante studio scientifico su causa/effetti dei pericolosi squilibri dell’ecosistema conclude che:

«L'evidenza è chiara. Il benessere umano e planetario, a lungo termine e contemporaneo, non sarà raggiunto nell'Antropocene se continuerà l'iperconsumo dei ricchi, sollecitato da sistemi economici che sfruttano la natura e gli esseri umani. Scopriamo che, in larga misura, gli stili di vita agiati dei ricchi del mondo determinano e guidano l'impatto ambientale e sociale globale. Inoltre, i meccanismi del commercio internazionale consentono al mondo ricco di spostare il proprio impatto sui poveri del pianeta. Non solo non si può ottenere un sufficiente disaccoppiamento degli impatti ambientali e sociali dannosi dalla crescita economica con la sola innovazione tecnologica, ma anche il meccanismo di profitto dei sistemi economici prevalenti impedisce di per sé la necessaria riduzione degli impatti e dell'utilizzo delle risorse».[10]

In altre parole, la premessa del capitalismo neoliberale, secondo cui il libero mercato guidato dal profitto serve al meglio la società, necessita di una profonda revisione, forse di un’inversione di rotta. La prova della sua incapacità di tenere conto, rispettare e coltivare un pianeta vivibile si trova in tutto il mondo, col caldo, le inondazioni, gli incendi e la siccità fuori dal comune presenti in tutti i continenti, tutto ciò al di là di qualsiasi normalità, al di là di qualsiasi cosa che assomigli a un evento normale in natura. Ipso facto, l'eredità riccamente addobbata di Milton Friedman (Neo-Liberalism and its Prospects, 1951 e The Social Responsibility of Business Is to Increase Its Profits, 1970) promossa da Ronald Reagan e Margaret Thatcher è un fallimento!

Per il pianeta il neoliberismo non funziona!

Deve esserci un modo migliore.

 

Note

* N.d.T. Con il termine inglese “kelp” si indicano le laminariali, un ordine di alghe brune della classe Feoficee, che comprende un centinaio di specie. (Wikipedia)

** N.d.T. Si tratta di un sistema di estrazione mineraria che, invece di ricorrere alle tradizionali gallerie scavate nel sottosuolo, raggiunge i filoni attraverso la rimozione dello strato superiore del terreno. Sinonimo di “miniere di superficie”.


[1] How Wall Street’s Fossil-Fuel Money Pipeline Undermines the Fight to Save the Planet, «Fortune», 2 Febbraio 2023.

[2] Record Sea Surface Heat Sparks Fears of Warming Surge, «Phys.org», 4 Maggio 2023.

[3] Ibid.

[4] Life Below Water, The World Bank, 2017.

[5] When Too Many Boats Chase Too Few Fish, PEW Trust, 19 Ottobre 2022.

[6] How China’s Expanding Fishing Fleet is Depleting the World’s Oceans, «Yale Environment» 360, 17 Agosto 2020.

[7] Greenhouse Gases Continued to Increase Rapidly in 2022, National Oceanic and Atmospheric Administration, 5 April 2023.

[8] Nothing but the Truth: The Legacy of George Orwell’s Nineteen Eighty-Four, The Guardian, 19 Maggio 2019.

[9] The Far-Right View on Climate Politics, «The Atlantic», 10 Agosto 2021.

[10] Thomas Wiedmann, et al., Scientists’ Warning on Affluence, «Nature Communications», 19 Giugno 2020.

 
Robert Hunziker

Traduzione di Alessandro Cocuzza - Redazione di Antropocene.org


Fonte: Climate&Capitalism 13.05.2023


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