Elogio della terra. Un viaggio in giardino, di Byung-Chul Han, Nottetempo, 2022.

“È necessaria una coscienza planetaria”: Byung-Chul Han volge il suo sguardo penetrante alla terra e alla natura, ma non si tratta di pura riflessione, perché questo libro appassionato che incrocia Goethe, Hölderlin, Heidegger, Schubert e D’Annunzio è anche un diario di giardinaggio.

Più il filosofo si dedica al suo giardino berlinese – che chiama Bi-Won, “giardi­no segreto” in coreano –, più cresce in lui il rispetto per la bellezza della terra (rappresentata nel testo con le splendide illustrazioni di Isabella Gresser). In questo viaggio tra le stagioni, le piante e i pensieri il lettore impa­rerà di nuovo lo stupore e la meraviglia di fronte all’unicità e alla fragilità del nostro pianeta. Han scrive una dichiarazione d’amore per la natura che è anche un appello all’umanità per proteg­gerla: “Lo sperare è la modalità temporale del giardino, per cui il mio elogio della terra è rivolto alla terra che verrà”.


[...] È nella dimensione qualitativa, più che in quella quantitativa, che Han orienta le proprie parole, parlando di musica e musicalità, colori, poesia, come lacerti di una sacralità i cui riti abbiamo smarrito, di una vita che è sempre altra, che si rivela e ci sorprende.

L’impresa di Han è quella di restituire mistero alla natura, contro l’assolutizzazione dell’azione umana e il suo effetto distruttivo. Inazione piuttosto che azione, indugiare piuttosto che agire strumentale, contemplare piuttosto che intervenire: queste le parole d’ordine per una salvezza ancora possibile per noi e la natura che ci avvolge; perché l’angelo della Storia di Walter Benjamin non abbia più a discendere a constatare le conseguenze dell’agire umano, macerie e detriti accumulati per un malinteso senso di progresso.

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