Liberare la terra dalle macchine, di L'Atelier Paysan, Libreria Editrice Fiorentina, 2023.

La pubblicazione in Italia del manifesto contadino che l’Atelier Paysan ha diffuso in Francia e Svizzera riempie un vuoto di cultura politica. Finalmente viene decodificata l’ideologia che ha nascosto la diversità abissale fra ruralità contadina e industrializzazione dei campi e impedito lo svilupparsi di una resistenza attiva contro la produzione di alimenti standard.

Il libro racconta come sia possibile una transizione ecologica dalla società della tecnologia industriale, come trappola nelle mani della finanza usuraia, verso un’economia di autonomie, che ricostruisce e rende centrale il tema della fertilità, della biodiversità e della presenza comunitaria nei territori.

È un manifesto essenziale per la nascita in Italia di un movimento generale di rinascita della vita nelle nostre campagne e di quella nuova agricoltura contadina senza la quale è impossibile una trasizione ecologica e l’applicazione pratica del diritto per tutti all’alimentazione naturale.

Sulla base della storia agricola francese, meno devastata ma simile a quella italiana, si comprende  l’abisso fra ruralità contadina e colonizzazione industriale dei campi, che non desertifica e inquina solo la terra, l’acqua, il cibo, ma anche la vita e la cultura della società. Non dimentichiamo che l’articolo 2 della nostra costituzione sostiene che “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.”

Nelle campagne contadine e artigiane la concorrenza è limitata dagli obblighi di solidarietà, che scompaiono con l’industrializzazione, favorita dai governi e dai sindacati agricoli che, illudendosi che qualsiasi macchina sia progresso, promuovono la peggiore ingiustizia che, come insegnava don Milani, è “fare parti uguali fra diversi”.