Fonte: Climate&Capitalism - 01.12.2023

Secondo il WMO (World Meteorological Organization), il 2023 sarà sicuramente l'anno più caldo mai registrato e il clima estremo sta colpendo tutti i continenti abitati



Il Provisional State of the Global Climate della World Meteorological Organization conferma che il 2023 sarà l'anno più caldo mai registrato. I dati fino alla fine di ottobre mostrano che l'anno in corso è stato di circa 1,40 gradi Celsius (con un margine di incertezza di ±0,12°C) al di sopra dello standard preindustriale 1850-1900. La differenza tra il 2023 e il 2016 e il 2020 – precedentemente classificati come gli anni più caldi – è tale che è molto improbabile che le temperature i due mesi finali influenzino la classifica.

Gli ultimi nove anni, dal 2015 al 2023, sono stati i più caldi mai registrati. Il riscaldamento innescato da El Niño, emerso durante la primavera del 2023 nell'emisfero settentrionale e sviluppatosi rapidamente durante l'estate, probabilmente alimenterà ulteriormente il caldo nel 2024, perché El Niño ha solitamente il maggiore impatto sulle temperature globali dopo il suo picco.

I livelli di gas serra sono da record. Le temperature globali sono da record. L'innalzamento del livello del mare è da record. Il ghiaccio marino dell'Antartide è ai minimi sorici. «È un'assordante cacofonia di dischi rotti», ha dichiarato il Segretario Generale della WMO, Prof. Petteri Taalas.

«Queste sono più che semplici statistiche. Rischiamo di perdere la corsa per salvare i nostri ghiacciai e contenere l'innalzamento del livello del mare. Non possiamo tornare al clima del XX secolo, ma dobbiamo agire subito per limitare i rischi di un clima sempre più inospitale in questo e nei prossimi secoli. Le condizioni meteorologiche estreme distruggono quotidianamente vite e mezzi di sostentamento, sottolineando la necessità imperativa di garantire che tutti siano protetti da sistemi di preallarme».


I livelli di anidride carbonica sono più alti del 50% rispetto al periodo preindustriale e intrappolano il calore nell'atmosfera. La lunga vita della CO2 sfa sì che le temperature continueranno a salire per molti anni a venire.

Il tasso di innalzamento del livello del mare nel periodo 2013-2022 è più che raddoppiato rispetto al primo decennio di registrazione satellitare (1993-2002), a causa del continuo riscaldamento degli oceani e dello scioglimento di ghiacciai e lastre di ghiaccio.

Alla fine dell'inverno nell'emisfero meridionale, l’estensione massima del ghiaccio marino antartico è stata la più bassa mai registrata, ben un milione di km2 (più delle dimensioni di Francia e Germania messe insieme) in meno rispetto al precedente minimo storico. I ghiacciai del Nord America e dell'Europa hanno subìto ancora una volta una stagione di scioglimento estremo. Secondo il rapporto del WMO, negli ultimi due anni i ghiacciai svizzeri hanno perso circa il 10% del loro volume residuo.

«Quest’anno abbiamo visto comunità in tutto il mondo colpite da incendi, inondazioni e temperature torride. Il caldo globale record dovrebbe far correre i brividi lungo la schiena dei leader mondiali», ha dichiarato il Segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres.

Il rapporto provvisorio della WMO sullo stato del clima globale è stato pubblicato per fornire informazioni utili ai partecipanti della COP28 a Dubai. Esso combina i contributi dei servizi meteorologici e idrologici nazionali, dei centri climatici regionali, dei partner delle Nazioni Unite e dei principali scienziati del clima. I dati relativi alle temperature sono il risultato del consolidamento di sei importanti set di dati internazionali.

Il rapporto finale sullo State of the Global Climate 2023, insieme ai rapporti regionali, sarà pubblicato nella prima metà del 2024.



 

MESSAGGI CHIAVE


Gas serra:
Le concentrazioni osservate dei tre principali gas serra – anidride carbonica, metano e protossido di azoto – hanno raggiunto livelli record nel 2022, l'ultimo anno per cui sono disponibili valori globali consolidati. I dati in tempo reale provenienti da località specifiche mostrano che i livelli dei tre gas serra hanno continuato ad aumentare nel 2023.

Temperature globali: Fino all’ottobre del 2023, la temperatura media globale in prossimità della superficie terrestre è stata di circa 1,40 (± 0,12) °C al di sopra della media 1850-1900. Sulla base dei dati fino a ottobre, è praticamente certo che il 2023 sarà l'anno più caldo nei 174 anni di osservazioni, superando i precedenti anni più caldi, il 2016 con 1,29 (± 0,12) °C e il 2020 con 1,27 (±0,13) °C.

I record delle temperature globali mensili degli oceani sono stati riscontrati da aprile a ottobre e poco più tardi, da luglio a ottobre, quelli della terra. I mesi di giugno, luglio, agosto, settembre e ottobre 2023 hanno superato ciascuno il record precedente per il rispettivo mese, con un ampio margine in tutti i dataset utilizzati dalla WMO per il rapporto sul clima. Luglio è in genere il mese più caldo dell'anno a livello globale, e quindi luglio 2023 è diventato il mese più caldo mai registrato.

Temperature della superficie del mare: Le temperature medie globali della superficie del mare (SST) hanno raggiunto il massimo storico riscontrato nell'emisfero settentrionale, a partire dalla tarda primavera. Da aprile a settembre (l'ultimo mese per il quale disponiamo di dati) si è registrato un caldo record e i record di luglio, agosto e settembre sono stati superati con un ampio margine (da 0,21 a 0,27 °C circa). Un caldo eccezionale è stato registrato nell'Atlantico settentrionale orientale, nel Golfo del Messico e nei Caraibi e in vaste aree dell'Oceano meridionale, con diffuse ondate di calore marino.

Contenuto di calore dell'oceano: Il contenuto di calore dell'oceano ha raggiunto il suo livello più alto nel 2022, l'ultimo anno completo di dati disponibili nei sessantacinque anni di osservazioni. Si prevede che il riscaldamento continuerà, un cambiamento che è irreversibile su scale temporali centenarie e millenarie. Tutti i dati concordano sul fatto che i tassi di riscaldamento degli oceani mostrano un aumento particolarmente forte negli ultimi due decenni.

Innalzamento del livello del mare: nel 2023, il livello medio globale del mare ha raggiunto il massimo storico registrato dai satelliti (dal 1993), a causa del continuo riscaldamento degli oceani e dello scioglimento dei ghiacciai e delle calotte glaciali. Il tasso di innalzamento del livello medio globale del mare negli ultimi dieci anni (2013-2022) è più del doppio del tasso di innalzamento del livello del mare nel primo decennio della registrazione satellitare (1993-2002).

Criosfera: L'estensione del ghiaccio marino antartico ha raggiunto a febbraio il minimo assoluto per l'era satellitare (dal 1979 a oggi). L'estensione dei ghiacci ha raggiunto un minimo storico da giugno in poi. A settembre, il massimo annuale dell’estensione è stato di 16,96 milioni di km2, pari a circa 1,5 milioni di km2 al di sotto della media 1991-2020 e un milione di km2 al di sotto del precedente minimo storico del 1986.

L'estensione del ghiaccio marino artico è rimasta ben al di sotto della norma, con estensioni massime e minime annuali del ghiaccio marino che sono rispettivamente la quinta e la sesta più bassa mai registrata.

I ghiacciai del Nord America occidentale e delle Alpi europee hanno vissuto una stagione di forte scioglimento. In Svizzera, negli ultimi due anni i ghiacciai hanno perso circa il 10% del loro volume residuo.

Eventi climatici e meteorologici estremi: Gli eventi climatici e meteorologici estremi hanno avuto un forte impatto su tutti i continenti abitati. Grandi inondazioni, cicloni tropicali, caldo e siccità estremi associati ad incendi, hanno lasciato una scia di devastazione e disperazione in tutto il mondo.

Le inondazioni associate alle precipitazioni estreme causate dal ciclone mediterraneo Daniel hanno colpito Grecia, Bulgaria, Turchia e Libia, con gravissime perdite di vite umane a settembre in Libia.

Il ciclone tropicale Freddy, nei mesi di febbraio e marzo, è stato uno dei cicloni tropicali più longevi al mondo e ha avuto un forte impatto su Madagascar, Mozambico e Malawi. Il ciclone tropicale Mocha, a maggio, è stato uno dei cicloni più intensi mai osservati nel Golfo del Bengala.

Il caldo estremo ha colpito molte parti del mondo. Alcuni degli eventi più significativi si sono verificati nell'Europa meridionale e nel Nord Africa, soprattutto nella seconda metà di luglio, dove si è registrato un caldo intenso ed eccezionalmente persistente. Le temperature in Italia hanno raggiunto i 48,2 °C, e sono state registrate temperature record a Tunisi (Tunisia) 49,0 °C, Agadir (Marocco) 50,4 °C e Algeri (Algeria) 49,2 °C.

La stagione degli incendi in Canada è andata ben oltre le precedenti. Al 15 ottobre, l'area totale bruciata a livello nazionale era di 18,5 milioni di ettari, più di sei volte la media decennale (2013-2022). Gli incendi hanno provocato anche un grave inquinamento da fumo, in particolare nelle aree densamente popolate del Canada orientale e degli Stati Uniti nordorientali. L'incendio più letale dell'anno è stato quello delle Hawaii, con almeno 99 morti, il più letale negli Stati Uniti da oltre cento anni.

Cinque stagioni consecutive di siccità nel Corno d'Africa sono state seguite da inondazioni che hanno provocato un numero ancora maggiore di sfollati. La siccità ha ridotto la capacità del suolo di assorbire l'acqua, aumentando il rischio di inondazioni quando in aprile e maggio sono arrivate le piogge della [stagione] Gu.*

La siccità di lungo periodo si è intensificata in molte zone del Centro e Sud America. Nel nord dell'Argentina e dell'Uruguay, le precipitazioni da gennaio ad agosto sono state inferiori del 20-50% della media, con conseguenti perdite di raccolto e bassi livelli di stoccaggio dell'acqua.

Impatti socio-economici: Gli eventi climatici e meteorologici estremi interagiscono e in alcuni casi inaspriscono situazioni riguardanti la sicurezza idrica e alimentare, la mobilità della popolazione e il degrado ambientale.

Il numero di persone che vivono in condizioni di grave insicurezza alimentare è più che raddoppiato, passando da 135 milioni prima della pandemia da COVID-19, a 345 milioni di persone nel 2023 (in 53 paesi monitorati). Globalmente, i livelli di fame sono rimasti invariati dal 2021 al 2022. Tuttavia, sono ancora molto al di sopra dei livelli precedenti alla pandemia da COVID 19: nel 2022, il 9,2% della popolazione globale (735,1 milioni di persone) era sottonutrito, mentre era al 7,9% (612,8 milioni di persone) nel 2019. L'attuale crisi alimentare e nutrizionale globale è la più grande della storia umana moderna.

A livello globale, le perdite economiche annuali dovute a disastri climatici e meteorologici sono aumentate significativamente dagli anni 2000. Nei paesi a basso e medio reddito, l'82% di tutti i danni e le perdite causati dalla siccità hanno riguardato il settore agricolo. Tra il 2008 e il 2018, nei paesi meno sviluppati e nei paesi a reddito medio-basso, il 34% delle perdite della produzione agricola e zootecnica è stato attribuito alla siccità, seguito dal 19% dovuto ad eventi alluvionali, dal 18% a tempeste e uragani, dal 9% a parassiti e malattie animali, dal 6% a temperature estreme e dall'1% a incendi boschivi.



* N.d.T. In Somalia «Le piogge nella stagione gu iniziano nel mese di aprile e terminano nel mese di giugno, garantendo lo sviluppo del pascolo e per un breve periodo trasformando il deserto in una sorta di giardino in fiore. . . . La stagione gu è seguita dalla stagione siccitosa hagaa e quest’ultima da una seconda stagione delle piogge denominata day. Segue infine la stagione jiilaal considerata la più dura per i pastori e mandrie». (Wikipedia, Geografia della Somalia)






Traduzione di Alessandro Cocuzza - Redazione di Antropocene.org

Fonte: Climate&Capitalism 01.12.2023


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