Fonte: Climate&Capitalism - 07.12.2023

Gli eventi meteorologici estremi hanno ucciso quasi 3.000 persone in India quest'anno.

L'India ha registrato eventi meteorologici estremi in 235 dei 273 giorni dal 1° gennaio al 30 settembre 2023. Ciò significa che nell'86% dei primi nove mesi di quest'anno l'India ha registrato un evento meteorologico estremo in una o più parti del paese. Il paese ha inoltre registrato temperature record per diversi mesi e le sue regioni sono state sommerse da piogge molto forti ed estremamente abbondanti. Questo ha portato a inondazioni, alla perdita di vite umane e di bestiame ed evidenzia l'aumento della frequenza e dell'intensità degli eventi estremi nel nostro mondo in rapido riscaldamento.


Nei primi nove mesi di quest'anno, in India si è verificato un disastro quasi ogni giorno: dalle ondate di caldo e di freddo, ai cicloni e ai fulmini, alle piogge intense, alle inondazioni e alle frane. Questi disastri hanno causato 2.923 vittime umane, hanno colpito 1,84 milioni di ettari di superficie coltivata, hanno distrutto oltre 80.563 case e ucciso quasi 92.519 capi di bestiame. Questo calcolo delle perdite e dei danni è probabilmente sottostimato, poiché i dati relativi a ciascun evento non sono stati raccolti, né sono state calcolate le perdite di proprietà pubbliche o di raccolti.

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Con un evento ogni due giorni, il Madhya Pradesh ha registrato il maggior numero di giorni con eventi meteorologici estremi; ma il Bihar ha registrato il maggior numero di morti, 642, seguito dall'Himachal Pradesh (365 morti) e dall'Uttar Pradesh (341 morti). L'Himachal Pradesh ha registrato il maggior numero di case danneggiate (15.407) e il Punjab il maggior numero di morti di animali (63.649).

Il Madhya Pradesh ha sperimentato un evento meteorologico estremo per 138 giorni dall'inizio del 2023. Nonostante ciò, i dati ufficiali non indicano danni alle colture. Tuttavia, i media riportano che sono stati colpiti almeno 45.000 ettari di superficie coltivata. Questa discrepanza potrebbe essere dovuta a lacune nella segnalazione delle perdite e dei danni.

Mentre il mese di gennaio è stato leggermente più caldo della media negli anni 1981-2010, febbraio ha superato tutti i record precedenti diventando il mese più caldo degli ultimi 122 anni. L'India nord-occidentale è stata particolarmente calda, con un'anomalia di temperatura di 2,78°C sopra la media (1981-2010). Marzo è stato ancora una volta moderatamente più caldo, ma la temperatura minima media nell'India nord-occidentale è stata di 1,34°C superiore alla norma. La temperatura media del paese si è mantenuta vicino alla media in aprile e maggio, con l'eccezione della parte meridionale della penisola, che ha registrato la terza temperatura massima media più alta in aprile, con un'anomalia di 0,77°C. Il mese di giugno è stato il sesto più caldo mai registrato nel paese, con la parte meridionale della penisola che ha avuto il giugno più caldo mai registrato. A luglio, il paese ha registrato la seconda temperatura minima più calda degli ultimi 122 anni. Anche agosto e settembre sono stati i più caldi in assoluto per il paese.

L'India ha registrato anche il sesto febbraio più secco e l'agosto più secco degli ultimi 122 anni. Nel frattempo, marzo è rimasto insolitamente umido per l'India centrale e la penisola meridionale, con le due regioni che hanno ricevuto rispettivamente il 206% e il 107% delle precipitazioni medie a lungo termine negli anni 1971-2020.

Questa è, in filigrana, la situazione in India del cambiamento climatico. Non si tratta di un singolo evento, ma di un progressivo aumento della frequenza degli eventi: un evento estremo che si verificava, un tempo, ogni cento anni ha iniziato a verificarsi ogni cinque anni, o meno. Ogni mese si abbatte un nuovo record. Questi eventi colpiscono ovviamente i più poveri, che stanno rapidamente perdendo la capacità di far fronte a ciò che sta avvenendo.

Per quanto riguarda la “natura” degli eventi, negli ultimi nove mesi si sono verificati tutti i tipi di condizioni meteorologiche estreme: fulmini e tempeste sono stati segnalati in tutti i trentasei stati e territori dell'Unione ed hanno causato 711 vittime. Inoltre, ogni giorno della stagione monsonica (da giugno ad agosto) si verificavano precipitazioni da "forti" a "molto forti" ed "estremamente intense" in alcune parti del paese. Ecco perché la devastazione non ha risparmiato nessuna regione: nell'Himachal Pradesh, ad esempio, vaste aree dello stato sono state sommerse e la gente ha perso la vita, le case e le fonti di sostentamento.

Ecco perché è importante analizzare il report dei fenomeni meteorologici estremi. Perchè ci rivela la quantità e l'estensione di tali eventi. Abbiamo bisogno di sistemi per avere maggior conto delle perdite e riconoscere le caratteristiche delle vittime del cambiamento climatico e del suo impatto.

Questo significa che è necessario fare molto di più per gestire questi eventi estremi: dobbiamo andare oltre la gestione del disastro, per ridurre i rischi e migliorare la resilienza. Per questo, più che di parole, abbiamo bisogno di migliorare i sistemi di gestione delle alluvioni: da un lato costruendo sistemi di drenaggio e accumulo dell'acqua, dall'altro investendo in aree verdi e in foreste, in modo che possano essere rivitalizzate per assorbire le prossime tempeste.

Questo significa che è necessario chiedere un risarcimento ai paesi che hanno contribuito alle emissioni di gas nell'atmosfera per i danni di cui sono responsabili. I modelli che illustrano gli impatti del cambiamento climatico indicano chiaramente che gli eventi meteorologici estremi aumenteranno di frequenza e intensità. Questo è ciò a cui stiamo assistendo oggi. Questo report non è una buona notizia. Ma è necessario leggerlo bene per comprendere la vendetta della natura, di cui siamo testimoni, e per capire che la situazione peggiorerà se non contrastiamo il cambiamento climatico nella misura necessaria.


Kiran Pandey e Rajit Sengupta

Traduzione di Alessandro Cocuzza - Redazione di Antropocene.org

Fonte: Climate&Capitalism 07.12.2023


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