Fonte: Climate&Capitalism - 15.03.2023

Una nuova generazione di superkiller sta sterminando miliardi di insetti essenziali in tutto il pianeta.


Nella prima parte si è discusso del forte calo delle popolazioni di insetti in tutto il mondo.
Nella seconda parte si è discusso del ruolo delle monocolture.
In questa terza parte si discute della guerra chimica contro gli insetti.



Tra dicembre 2018 e febbraio 2019, più di cinquecento milioni di api da miele sono state trovate morte dagli apicoltori del Brasile meridionale. Se fossero state contate anche le api selvatiche, il numero delle vittime sarebbe stato probabilmente molte volte superiore. La causa principale, secondo le analisi di laboratorio, è stata l'esposizione a pesticidi di sintesi.[1]

Il primo pesticida di sintesi prodotto in serie, il diclorodifeniltricloroetano, meglio noto come DDT, iniziò la sua vita commerciale come arma da guerra, un'invenzione magica che proteggeva le truppe statunitensi in Asia e in Africa dalla malaria, dal tifo e altre malattie. La rivista Time, implacabile propagandista dello sforzo bellico americano, lo definì «una delle grandi scoperte scientifiche della Seconda Guerra mondiale».[2] Era economico e facile da produrre e, come scrisse Rachel Carson in Primavera silenziosa, questo e altri insetticidi di sintesi erano di gran lunga più letali di qualsiasi prodotto precedente.

«Essi non soltanto hanno un immenso potere come veleni, ma sono in grado di inserirsi con altrettanta facilità nei più vitali processi, deviandone il corso in maniera funesta e spesso mortale. Così, come vedremo, distruggono gli stessi enzimi ai quali è assegnata la funzione di proteggere il corpo dalle insidie, bloccano i processi di ossidazione da cui il corpo trae le sue energie, stornano il normale funzionamento di vari organi, e possono infine stimolare in certe cellule quel cambiamento lento ed irreversibile che conduce alla cancerogenesi».[3]


Autorizzato per uso civile nel 1945, il DDT è stato indissolubilmente legato alla nascita dell'agricoltura monocolturale su larga scala. Un agricoltore che piantava un solo tipo di pianta creava un allettante richiamo per le poche specie che si nutrivano di quella coltura, negando al tempo stesso ricoveri e riparo ai loro predatori. Il DDT rafforzava le monocolture uccidendo gli insetti che esse attiravano. Pubblicità come questa dicevano agli agricoltori e ai consumatori che il DDT era “un benefattore per tutta l'umanità”.

 Pubblicità pubblicata su Time Magazine del 30 giugno 1947

Ma l'esperienza dimostrò rapidamente che non si trattava di un bene assoluto.

Come scrisse la Carson, «questi insetticidi non sono veleni selettivi, e non colpiscono soltanto la singola specie cui li destiniamo».[4] Gli uccelli che mangiavano gli insetti spruzzati con il DDT morivano, così come i pesci nei corsi d’acqua vicini ai campi irrorati. Gli apicoltori hanno perso centinaia di alveari sani quando sono stati irrorati i frutteti vicini. Il veleno scorreva attraverso le catene alimentari: gli uccelli che mangiavano i piccoli animali che si nutrivano di insetti esposti al DDT deponevano uova dal guscio sottile che si rompevano prima che i loro piccoli potessero svilupparsi. I lavoratori agricoli morivano per avvelenamento da pesticidi e, alla fine degli anni '50, vi erano prove che il DDT e altri pesticidi ampiamente utilizzati erano cancerogeni.

Come gli scienziati del clima dei nostri tempi, la Carson ha dovuto affrontare una feroce campagna dell’industria per screditare la sua persona e la scienza ecologica in generale, ma alla fine – purtroppo dopo la sua morte – negli anni ’70 il DDT è stato vietato per la maggior parte degli usi in Nord America e in Europa. Nove pesticidi organoclorurati, compreso il DDT, sono stati vietati a livello mondiale da un trattato internazionale entrato in vigore nel 2004.

Ma i regolamenti e i trattati sono rimasti molto indietro rispetto alla realtà agrochimica. Le aziende chimiche hanno speso fortune per sostituire il DDT con altri pesticidi. La produzione e l'uso di pesticidi sono oggi molto maggiori rispetto ai tempi della Carson e i prodotti più usati sono più letali di quanto avrebbe potuto immaginare. La decennale guerra chimica dell'agricoltura capitalistica contro gli insetti è diventata uno dei principali fattori del declino e dell'estinzione degli insetti, e un'immensa industria agrochimica ha tratto profitto dalla loro eliminazione. Come ha scritto di recente l'ambientalista canadese Nick Gottlieb, il movimento ambientalista ha imparato da Primavera silenziosa una lezione sbagliata.

«Il movimento si è impadronito dell'idea che la consapevolezza pubblica fosse l’unica cosa che mancava, ma non ha compreso l’aspetto più radicale della sua analisi: che la devastazione veniva perpetrata principalmente per creare mercati per un'industria chimica iperproduttiva, non a causa di una sorta di innata domanda di veleno da parte dei consumatori…

«La Carson ci ha fornito una descrizione vivida e convincente del mondo arido che l'industria agrochimica stava creando. Ma al suo interno si nascondeva una chiara analisi del motivo per cui ciò stava accadendo: l’intrinseca spinta all'accumulazione all'interno del capitalismo e la volontà delle aziende e dei capitalisti di usare ogni strumento a loro disposizione, compreso lo Stato stesso, per creare mercati e accrescere i profitti».[5]


Uno degli avvertimenti più preveggenti della Carson era che gli agricoltori sarebbero stati costretti a utilizzare quantità sempre maggiori di pesticidi, perché gli organismi bersaglio avrebbero sviluppato l'immunità: «la lotta chimica non ottiene un risultato definitivo, ma richiede sempre nuove e dispendiose applicazioni».[6] Decenni dopo, il tapis roulant degli insetticidi si muove più velocemente che mai, come mostra l'entomologo britannico Dave Goulson.

«Secondo le statistiche ufficiali del governo, nel 1990 gli agricoltori del Regno Unito hanno trattato con pesticidi 45 milioni di ettari di terreno coltivabile. Nel 2016, questa cifra era salita a 73 milioni di ettari. La superficie effettiva delle colture è rimasta esattamente la stessa, pari a 4,5 milioni di ettari. Così ogni campo è stato trattato in media dieci volte con pesticidi nel 1990, passando a 16,4 volte nel 2016, con un aumento di quasi il 70% in soli ventisei anni».[7]


Quando la Carson scrisse Primavera silenziosa, l'industria dei pesticidi produceva abbastanza veleno da applicarne mezzo chilo a ogni acro di terreno coltivato nel mondo. Oggi ne produce il triplo. Come dice Nick Gottlieb, la resistenza ai pesticidi non è un problema per i produttori di sostanze chimiche, è un piano commerciale.[8]

Quel piano commerciale prevede non solo la vendita di un maggior numero di prodotti chimici, ma anche l'invenzione e la vendita di prodotti più letali. Il declino della vita degli insetti nel XXI secolo è stato accelerato non solo dall'applicazione di dosi maggiori di veleno, ma anche dalla promozione di una nuova generazione di superkiller.

Gli agricoltori sanno da tempo che è possibile ottenere un insetticida naturale immergendo il tabacco in acqua e aggiungendo un po' di detergente per renderlo appiccicoso. Spruzzata su frutta e verdura, la soluzione di nicotina è un veleno da contatto che uccide afidi e altri insetti succhiatori. Nel 1992, Bayer ha introdotto una sostanza chimica correlata – neonicotinoide significa un nuovo prodotto simile alla nicotina – e nel giro di tre anni ha conquistato l'85% del mercato mondiale degli insetticidi. Nel 2016, le vendite di Bayer e di un’altra mezza dozzina di produttori hanno superato i tre miliardi di dollari all'anno, rendendolo di gran lunga l'insetticida più utilizzato e più redditizio al mondo.

 

 
Veleni onnipresenti. Uso di neonicotinoidi negli Stati Uniti per coltura, dal 1992 al 2014. (Fonte: «Agricultural & Environmental Letters», ottobre 2017. CC BY-NC-ND 4.0)

 
I neonicotinoidi (abbreviato, neonici) offrono tre vantaggi sostanziali agli agricoltori. Sono meno dannosi per l'uomo rispetto ai precedenti insetticidi. Sono facili da usare: la forma più comune è un rivestimento delle sementi, quindi basta piantare la coltura per ottenere la protezione. E sono estremamente efficaci nell’uccidere gli insetti: una piccola dose può uccidere un numero di api da miele settemila volte superiore alla stessa quantità di DDT.[9] Uno studio del 2019 sui terreni agricoli statunitensi ha rilevato che «il carico di tossicità degli insetticidi sui terreni agricoli e sulle aree circostanti è aumentato di circa 50 volte negli ultimi due decenni».[10]

A differenza della nicotina e di molti altri insetticidi, i neonici non si limitano a rimanere sulla superficie delle piante, ma si diffondono attraverso il sistema circolatorio delle piante, rendendo tossico tutto, dalle punte delle radici alle foglie più alte. Solo il 5% circa della sostanza chimica entra effettivamente nelle piante bersaglio e i neonici sono solubili in acqua, quindi vengono trasportati dalle acque sotterranee ad altre piante e nei corsi d'acqua. Poiché le sementi delle principali colture in oltre cento paesi sono vendute pre-rivestite con l'insetticida, i paesaggi di tutto il mondo, compresi quelli non deliberatamente trattati, sono stati avvelenati.

Indagini del Dipartimento dell'Agricoltura degli Stati Uniti hanno rilevato residui di neonicotinoidi in una vasta gamma di prodotti e persino negli alimenti per l’infanzia.[11] Nel 2017, quando centinaia di persone in tredici città cinesi sono state sottoposte a un test, quasi tutti gli individui avevano tracce dell'insetticida nelle urine.[12]

L'uso diffuso dei nicotinoidi sta giocando un ruolo importante nell'apocalisse degli insetti, in particolare nel declino degli impollinatori.

«Ciò che avrebbe dovuto essere ovvio, ma che non sembra aver preoccupato nessuno quando sono state introdotte queste nuove sostanze chimiche, è che tutto ciò che si diffonde in tutte le parti della pianta si diffonderà anche nel polline e nel nettare. E naturalmente colture come la colza e i girasoli richiedono l'impollinazione e sono frequentate da molti tipi di api, che potrebbero assimilare l’insetticida durante la fioritura delle colture».[13]

Non sono necessarie quantità letali di neonicotinoidi per fare scempio degli impollinatori. Anche solo una parte per miliardo del loro cibo indebolisce il sistema immunitario delle api, compromette la loro capacità di orientamento e riduce la deposizione delle uova e l'aspettativa di vita delle regine. Di conseguenza, gli insetticidi a base di neonicotinoidi sono stati implicati in livelli di mortalità anormalmente elevati negli alveari commerciali: negli Stati Uniti, ad esempio, durante l'inverno 2020-2021, è morto il 45% degli allevamenti di api mellifere, la seconda più grande moria mai registrata.[14] Si è sviluppata un'intera sotto-industria che alleva api operaie e regine per rimpiazzare queste perdite.

Nessuno sa quanti insetti di ogni tipo vengano uccisi dalla nuova generazione di superkiller, ma, come dice Dave Coulson, «Sembra ormai probabile che la maggior parte di tutte le specie di insetti del mondo sia cronicamente esposta a sostanze chimiche specificamente progettate per uccidere gli insetti».[15]

Allo stesso tempo, l'ingegneria genetica ha reso le aziende agricole ancora più ostili alla vita degli insetti.

 (Continua)

 

Note

[1] Pedro Grigori, Half a Billion Bees Dead as Brazil Approves Hundreds More Pesticides, Mongobay, 23 agosto 2019.

[2] DDT, Time, 12 giugno 1944.

[3] Rachel Carson, Primavera silenziosa, Feltrinelli, Milano, 2019, p. 36.

[4] Rachel Carson, Primavera silenziosa, op. cit., p. 114.

[5] Nick Gottlieb, The Lesson We Should Have Learned from “Silent Spring”, Canadian Dimension, 3 gennaio 2023.

[6] Rachel Carson, Primavera silenziosa, op. cit., p. 114.

[7] Dave Goulson, Silent Earth: Averting the Insect Apocalypse, HarperCollins, 2021, pp. 87-88.

[8] Nick Gottlieb, The Lesson We Should Have Learned from “Silent Spring”, op. cit.

[9] Dave Goulson, Silent Earth: Averting the Insect Apocalypse, op. cit., pp. 90-91.

[10] Michael DiBartolomeis et al., An Assessment of Acute Insecticide Toxicity Loading (AITL) of Chemical Pesticides Used on Agricultural Land in the United States, «PLOS ONE», 6 agosto 2019. L’AITL è una misura che combina la tossicità, la quantità totale utilizzata e la persistenza del veleno nel tempo.

[11] Hillary A. Craddock et al., Trends in Neonicotinoid Pesticide Residues in Food and Water in the United States, 1999–2015, «Environmental Health» 18, n. 1, 11 gennaio 2019.

[12] Tao Zhang et al., A Nationwide Survey of Urinary Concentrations of Neonicotinoid Insecticides in China, «Environment International» 132, novembre 2019.

[13] Dave Goulson, Silent Earth: Averting the Insect Apocalypse, op. cit.

[14] United States Honey Bee Colony Losses 2020-2021, Bee Informed Partnership, 23 luglio 2021.

[15] Dave Goulson, Silent Earth: Averting the Insect Apocalypse, op. cit., p. 109.


Ian Angus

Traduzione di Alessandro Cocuzza - Redazione di Antropocene.org

Fonte: Climate&Capitalism 15.03.2023


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