Fonte: The Guardian - 12.01.2023

Secondo una recente ricerca * [pubblicata il 13.01.2023 su Science, N.d.R.], il gigante petrolifero Exxon aveva «previsto il riscaldamento globale in modo corretto e competente», per poi passare decenni a denigrare pubblicamente la scienza su questo tema, per proteggere la propria attività.

Una serie di documenti interni e articoli di ricerca, dimostra che la Exxon conosceva i pericoli del riscaldamento globale almeno dagli anni '70, e che altri organismi dell'industria petrolifera erano ancor prima a conoscenza di tale rischio, fin dagli anni '50, ma si sono mobilitati risolutamente ed efficacemente contro la scienza per ostacolare qualsiasi azione rivolta alla limitazione dell'uso dei combustibili fossili.

Un altro studio ha chiarito che gli scienziati della Exxon furono incredibilmente accurati nelle loro proiezioni dagli anni '70 in poi, prevedendo una curva verso l'alto delle temperature globali e delle emissioni di anidride carbonica; proiezioni molto corrispondenti a ciò che è realmente accaduto quando il mondo si è riscaldato a un ritmo che non si vedeva da milioni di anni.

Gli scienziati della Exxon avevano previsto che ci sarebbe stato un riscaldamento globale di circa 0,2°C ogni dieci anni, a causa delle emissioni di gas che riscaldano il pianeta conseguenti all’uso di petrolio, carbone ed altri combustibili fossili. La recente analisi, pubblicata su Science, rileva che le conoscenze della Exxon erano altamente qualificate e che «le proiezioni erano coerenti con quelle dei modelli accademici e governativi indipendenti».

Geoffrey Supran, le cui precedenti ricerche sui documenti storici del settore hanno contribuito a far luce su ciò che la Exxon e altre compagnie petrolifere sapevano, ha affermato che «è stato sbalorditivo vedere le proiezioni della Exxon in linea con ciò che è accaduto in seguito. Questo riassume effettivamente ciò che la Exxon sapeva anni prima che molti di noi nascessero», ha detto Supran, che ha guidato l'analisi condotta dai ricercatori dell'Università di Harvard e del Potsdam Institute for Climate Impact Research. «Ora abbiamo la pistola fumante che dimostra che avevano previsto con precisione il riscaldamento, anni prima che iniziassero ad attaccare le conoscenze scientifiche. Questi grafici confermano la corresponsabilità della Exxon e di come ha mentito».



La ricerca ha analizzato più di 100 documenti interni e pubblicazioni scientifiche sottoposte a peer-reviewed, prodotte internamente da scienziati e manager della Exxon o coautori in pubblicazioni indipendenti tra il 1977 e il 2014.

L'analisi ha inoltre rilevato che la Exxon aveva correttamente respinto l'idea che il mondo fosse diretto verso un'imminente era glaciale, possibilità ipotizzata negli anni '70, prevedendo invece che il pianeta stesse affrontando un "super-interglaciale" indotto dall'anidride carbonica. Gli scienziati della Exxon avevano scoperto che il riscaldamento globale era influenzato dall'uomo e che questo sarebbe stato rilevato verso l’anno 2000, e avevano anche previsto il "carbon budget" per mantenere il riscaldamento sotto i 2°C rispetto all'epoca preindustriale.

Pur armata di questa conoscenza, la Exxon ha intrapreso una lunga campagna per minimizzare o screditare ciò che i suoi stessi scienziati avevano confermato. Non più tardi del 2013, Rex Tillerson, allora amministratore delegato della compagnia petrolifera, affermava che i modelli climatici «non sono competenti» e che «ci sono incertezze» sull'impatto dell’uso di combustibili fossili.

«Ciò che hanno fatto, in sostanza, è stato di rimanere in silenzio mentre svolgevano il loro lavoro, e quando è diventato strategicamente necessario gestire la minaccia al cuore della loro attività  si sono attivati ed hanno parlato contro la scienza», ha detto Supran. «Avrebbero potuto sostenere le loro conoscenze scientifiche  invece di negarle. Sarebbe stato molto più difficile contrastarle, se il re delle grandi compagnie petrolifere avesse sostenuto tali conoscenze invece che attaccarle.»

I climatologi hanno dichiarato che il nuovo studio ha evidenziato un capitolo importante nella lotta per affrontare la crisi climatica. «È davvero un peccato che la Exxon non solo non abbia tenuto conto dei rischi impliciti in queste informazioni, ma abbia invece scelto di sostenere idee non scientifiche per ritardare l'azione, probabilmente nel tentativo di fare più soldi», ha affermato Natalie Mahowald, scienziata del clima alla Cornell University.
Mahowald ha affermato che i ritardi nell'azione, causati dalla Exxon, hanno determinato «profonde implicazioni», perché tempestivi investimenti nell'eolico e nel solare avrebbero potuto evitare i disastri climatici attuali e futuri. «Se aggiungiamo gli impatti dovuti all'inquinamento atmosferico e al cambiamento climatico, le loro azioni probabilmente hanno avuto un impatto negativo su migliaia o milioni di persone», ha aggiunto.

Drew Shindell, uno scienziato del clima presso la Duke University, ha affermato che il nuovo studio è una «analisi dettagliata e solida» e che i fuorvianti commenti pubblici della Exxon sulla crisi climatica sono stati «particolarmente sfrontati» dato il coinvolgimento dei suoi scienziati nel lavoro di valutazione del riscaldamento globale portato avanti con ricercatori esterni. Shindell ha affermato che è difficile concludere che gli scienziati della Exxon siano più bravi di quelli esterni.

Il nuovo lavoro ha fornito «un'ulteriore amplificazione dell’attività di disinformazione da parte della Exxon», ha affermato Robert Brulle, un esperto di politica ambientale presso la Brown University che ha condotto ricerche sulla disinformazione climatica diffusa dall'industria dei combustibili fossili. «Sono certo che gli sforzi in atto per ritenere la Exxon responsabile, prenderanno nota di questo studio», ha detto Brulle, riferendosi alle varie cause legali volte a far pagare alle compagnie petrolifere i danni causati dal clima.

Un portavoce di Exxon ha dichiarato: «Questo problema è emerso più volte negli ultimi anni e, in ogni caso, la nostra risposta è la stessa: coloro che parlano di come la “Exxon sapeva”, si sbagliano nelle loro conclusioni». Nel 2019, il giudice Barry Ostrager della Corte Suprema dello Stato di New York ha ascoltato tutti i fatti in un caso a lui sottoposto e ha scritto : «Ciò che le prove del processo hanno rivelato è che i dirigenti e i dipendenti della ExxonMobil erano uniformemente impegnati ad adempiere rigorosamente ai loro doveri nel modo più completo e meticoloso possibile....Le deposizioni di questi testimoni hanno dimostrato che la ExxonMobil ha una cultura di analisi, pianificazione, contabilità e rendicontazione disciplinata».


Oliver Milman



* Assessing ExxonMobil’s global warming projections  [Valutazione delle proiezioni della ExxonMobil sul riscaldamento globale]

Geoffrey Supran, S. Rahmstorf, N. Oreskes

ABSTRACT

Le proiezioni climatiche dell'industria dei combustibili fossili non sono mai state valutate. Sulla base dei dati aziendali, abbiamo valutato quantitativamente tutte le proiezioni disponibili sul riscaldamento globale documentate, e in molti casi modellate, da scienziati della Exxon e della ExxonMobil Corp. tra il 1977 e il 2003. Abbiamo scoperto che la maggior parte delle loro proiezioni prevedeva accuratamente un riscaldamento globale coerente con le successive osservazioni. Le loro proiezioni erano anche coerenti con quelle di modelli accademici e governativi indipendenti, e almeno altrettanto competenti.
Inoltre, la Exxon e la ExxonMobil Corp. hanno giustamente respinto la prospettiva di un'era glaciale in arrivo e previsto con precisione quando sarebbe stato rilevato per la prima volta il riscaldamento globale causato dall'uomo  e stimato ragionevolmente il "bilancio del carbonio" per mantenere il riscaldamento al di sotto dei 2°C. Su ciascuno di questi punti, tuttavia, le dichiarazioni pubbliche dell'azienda sulla scienza del clima, contraddicevano i suoi stessi dati scientifici.


Traduzione a cura della Redazione di Antropocene.org

Fonte: The Guardian 12.'1.2023