Fonte: Climate&Capitalism - 15.12.2023
La dichiarazione finale della debacle di Dubai ha menzionato i combustibili fossili, ma non ha promesso nulla.
Bilancio della COP28: tredici osservazioni
La 28a Conferenza delle Parti della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici si è conclusa il 13 dicembre con un accordo all'ultimo minuto che menziona i combustibili fossili, ma che promette poche o nessuna azione. Con oltre 90.000 persone registrate, tra cui più di 2.400 lobbisti dell'industria dei combustibili fossili, è stata, come hanno commentato molti osservatori, una debacle nel deserto.
In un'intervista rilasciata a Reuters, Greta Thunberg ha dichiarato che il testo finale della conferenza «è inefficace e non è neanche lontanamente vicino ad essere sufficiente per mantenerci entro il limite di 1,5 gradi. È una pugnalata alle spalle per i più vulnerabili».
Il seguente riassunto è stato preparato da Carbon Brief, un sito web con sede nel Regno Unito che si occupa di scienza del clima, ma anche di politica climatica e politica energetica. Per maggiori dettagli, si veda il loro rapporto approfondito Key Outcomes of COP28. [Risultati chiave della COP28].
Via i fossili: Stando all’approfondito Carbon Brief’s summary of the talks [Riassunto sui colloqui del Carbon Brief], quasi duecento paesi hanno accettato di aiutare il mondo ad «abbandonare i combustibili fossili», come parte del «bilancio globale» deciso alla COP28. Utilizzando il linguaggio giuridico "più debole possibile" delle Nazioni Unite per chiedere un'azione, l'accordo “invita” tutti i paesi a contribuire. Ma anche questo è stato conquistato a fatica, dato che una precedente bozza di accordo lasciava del tutto facoltativa l'azione sui combustibili fossili.
Dove vanno i finanziamenti? Il bilancio chiedeva anche di triplicare le energie rinnovabili, di raddoppiare l'efficienza energetica e di «ridurre sostanzialmente» le emissioni di metano, il tutto entro il 2030. Questi obiettivi rappresentano quattro dei cinque "pilastri" per mantenersi entro la soglia di 1,5°C, definiti dall'International Energy Agency (IEA) [Agenzia Internazionale dell'Energia (AIE)] in vista della COP28. Il quinto "pilastro" cruciale – i finanziamenti per i paesi in via di sviluppo, che potrebbero dar luogo a più ambiziosi progetti altrove – era in gran parte assente.
Il "momento della verità": La COP28 ha concordato nuovi obiettivi, ma solo i Paesi possono agire. Il bilancio li "incoraggia" a presentare nuovi progetti ambiziosi per il 2035, allineati a 1,5°C, con una verifica al 2025. Questo sarà il «momento della verità», ha dichiarato un esperto a Carbon Brief.
Ai posti di combattimento: Il bilancio ha anche proposto un "dialogo" quadriennale sull'attuazione dell'accordo, nonché la «missione 1,5°C», concepita per incrementare «l'ambizione... l'azione e l'attuazione». Questa missione sarà gestita dal Brasile, che ospiterà la COP30 e che ha dichiarato di voler lavorare per ridurre la dipendenza dai combustibili fossili, insieme agli Emirati Arabi Uniti alla presidenza della COP28, e all'Azerbaigian, che ospiterà la COP29. Il ruolo del «programma di lavoro sulla mitigazione» – lanciato alla COP26 per «aumentare urgentemente l'ambizione e l'attuazione della mitigazione in questo decennio critico» – rimane poco chiaro.
Adattamento
Discussioni sul denaro: I negoziati su una "convenzione quadro" per guidare un "obiettivo globale" sull'adattamento climatico hanno affrontato tensioni significative. I paesi africani insieme ad altri hanno affermato di aver bisogno di impegni forti affinché i paesi sviluppati li sostengano finanziariamente. Gli Stati Uniti e l'Unione Europea non hanno voluto discutere di denaro. Le grandi economie emergenti sono state accusate di bloccare i colloqui insistendo sulle diverse responsabilità dei paesi sviluppati e di quelli in via di sviluppo.
Un nuovo obiettivo: Il testo finale non contiene nessuna delle principali priorità dei paesi in via di sviluppo. Le parti hanno concordato di concentrare l'adattamento su alcuni temi chiave e hanno preso decisioni su una manciata di obiettivi non ben definiti. Tuttavia, il testo dà il via a uno sforzo globale formalizzato affinché i paesi intensifichino i loro sforzi di adattamento, con un primo ciclo di pianificazione e rendicontazione con scadenza al 2030.
Perdite e danni
Fondo concordato: Il primo giorno della COP28, in quello che un osservatore ha definito un «colpo di stato diplomatico» per gli EAU, le nazioni hanno lanciato un nuovo «fondo per le perdite e i danni». Per la prima volta, com'è stato notato, un risultato importante è emerso da una sessione di apertura della COP. Esso ha segnato il culmine di uno sforzo decennale da parte delle nazioni vulnerabili al clima per garantire fondi per i danni inarrestabili causati dai disastri climatici.
Denaro necessario: Senza alcun obbligo di versamento, il fondo dipenderà in gran parte dalla generosità dei paesi ricchi. Diverse parti, tra cui gli Emirati Arabi Uniti, la Germania e l'Unione Europea, hanno avviato il fondo con 770,6 milioni di dollari di impegni, alcuni dei quali erano fondi esistenti che sono stati reimpegnati. Gli attivisti hanno sottolineato che ciò equivale a meno dello 0,2% del fabbisogno annuale dei paesi in via di sviluppo.
Leadership degli Emirati
Presidenza messa in ombra: Il presidente della COP28 e dirigente petrolifero Dr. Sultan Al Jaber ha salutato come una «novità mondiale» quello di inserire i «combustibili fossili» in un accordo delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. Tuttavia, la sua presidenza è stata oscurata dalle accuse mosse agli Emirati Arabi Uniti di voler usare la COP28 per concludere accordi sul petrolio e sul gas, e da alcune affermazioni del presidente che hanno messo in dubbio la scientificità dell'eliminazione graduale dei combustibili fossili, pronunciate nel corso di un evento online sulla necessità di includere le donne nell'azione per il clima.
Petrolio a "basso contenuto di carbonio": Poche ore dopo il vertice, Al Jaber ha dichiarato al Guardian che la sua compagnia, la Abu Dhabi National Oil Company (ADNOC), continuerà a investire nel petrolio. Al Jaber ha dichiarato che il suo petrolio può essere considerato «a basse emissioni di carbonio» perché «viene estratto in modo efficiente e con minori perdite rispetto ad altre fonti».
Cibo, foreste e natura
Cibo: Carbon Brief ha appena pubblicato un approfondimento su ciò che la COP28 ha realizzato per il cibo, la terra, le foreste e la natura. La "Giornata dell'alimentazione" della COP28 ha visto il lancio dell'Alliance of Champions for Food Systems Transformation, un gruppo di cinque paesi impegnati a promuovere l'agenda dei cambiamenti sistemici nei sistemi alimentari. Ma il lavoro congiunto di Sharm el-Sheikh sull'agricoltura e la sicurezza alimentare non è riuscito a raggiungere un accordo, lasciando le parti insoddisfatte.
Foreste: Il bilancio globale "sottolinea" che l'arresto e l'inversione della deforestazione e del degrado forestale entro il 2030 saranno fondamentali per raggiungere gli obiettivi dell'Accordo di Parigi – la prima volta che un tale impegno ha ottenuto un riconoscimento formale in un testo giuridico delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico. Diversi paesi hanno presentato alla COP28 nuove idee per la protezione delle foreste, ma il Brasile ha rubato la scena con la sua proposta di un fondo - «Foreste tropicali per sempre» - da 250 miliardi di dollari.
Natura: La COP28 ha ospitato un numero senza precedenti di eventi di alto livello sul rapporto tra cambiamento climatico e perdita di natura. In un'iniziativa, unica nel suo genere, il presidente della COP28, gli Emirati Arabi Uniti, e il presidente della COP15, la Cina, hanno rilasciato una Joint Statement on Climate, Nature and People [Dichiarazione congiunta sul clima, la natura e le persone], firmata da venti paesi, che riconosce l'interconnessione tra il cambiamento climatico e la perdita di biodiversità. Per la prima volta, inoltre, il Global Biodiversity Framework [Quadro Globale sulla Biodiversità], il più importante accordo mondiale sulla natura stipulato nel 2022, è stato citato in un testo delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico. Articoli da Climate and Capitalism in traduzione italiana
Traduzione e revisione di Alessandro Cocuzza e Giovanni Fava - Redazione di Antropocene.org
Fonte: Climate&Capitalism 15.12.2023
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