Fonte: GPMB Global Preparedness Monitoring Board - 18.09.2019

Primo rapporto annuale pubblicato nel settembre 2019 intitolato: A World At Risk.


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Tra il 2011 e il 2018, l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha monitorato 1483 eventi epidemici in 172 paesi. Ovviamente il documento si limita sostanzialmente a suggerire strategie ed investimenti per affrontare al meglio i successivi eventi epidemici in modo che lo stesso sistema economico che ne è l’origine ne sia intaccato nella misura minore (si citano, ad es., le conseguenze sul commercio mondiale ed il turismo), o a indicare interventi non risolutivi, giacché, ad es., non si prevede di intaccare nella sostanza l’attuale regime alimentare ma si parla di "salute degli animali" ... Solo un caso di come il sistema vede se stesso ed immagini soluzioni che gli consentano di sopravvivere "per l’eternità".

«Tra i recenti patogeni prodotti dall’allevamento o di origine alimentare, emergenti e riemergenti, di crescente letalità ed estensione epidemica troviamo la peste suina africana, Campylobacter, COVID-19, Cryptosporidium, Cyclospora, Ebola Reston, E. coli O157:H7, afta epizootica, epatite E, Listeria, virus Nipah, febbre Q, Salmonella, Vibrio, Yersinia, e un assortimento di nuove varianti dell’influenza A, tra cui H1N1 (2009), H1N2v, H3N2v, H5N1, H5N2, H5Nx, H6N1, H7N1, H7N3, H7N7, H7N9 e H9N2.
Nel contrapporre l’ingegneria industriale di Frederick Taylor a Charles Darwin (e Marx), la crescita di vaste monoculture rimuove le barriere immunogenetiche che nelle popolazioni più diversificate interrompono l’espandersi della trasmissione.»
Rob Wallace, Dead Epidemiologists: On the Origins of COVID-19, Monthly Review, 2021

A cura della Redazione di Antropocene.org