Presentato in anteprima al Festival dei Popoli di Firenze (ma non si sa ancora quando sarà distribuito nelle sale cinematografiche), Terra incognita, il nuovo film-documentario di Enrico Masi, è il compimento del suo progetto più ambizioso, frutto di anni di ricerca sull’Antropocene.




SINOSSI

Un nucleo familiare vive senza elettricità in una remota valle delle Alpi piemontesi. Oltre le montagne, nella Francia del Sud, è in corso l’esperimento di ITER (International Thermonuclear Experimental Reactor), immenso cantiere con l’obiettivo di riprodurre l’energia solare sulla Terra attraverso la fusione atomica. Un incendio notturno porta la famiglia verso una radicale svolta per realizzare il proprio sogno proibito: raggiungere il Canada, dove fondare una comunità energeticamente autonoma. In parallelo, 18 magneti vengono creati in anonime fabbriche sulla costa italiana, pronti a partire su navi cargo con destinazione Marsiglia, dove i mastodontici manufatti vengono assemblati nelle interiora di ITER. Compito dei magneti, invasi dal plasma a centinaia di milioni di gradi, è sopperire al deterioramento delle risorse fossili e fornire potenza senza fine. Le forze umane e tecnologiche si sviluppano in un intreccio che svela la comune necessità di reperimento di energia.



RECENSIONE

Sulle Alpi italiane una famiglia di origini tedesche vive senza elettricità e senza contatti con la società, lavorando il legno, pascolando gli animali, suonando strumenti costruiti a mano, pregando. Al di là della frontiera, in Francia, è invece in costruzione un gigantesco impianto industriale che ha l'obiettivo di produrre energia attraverso la fusione atomica. Dalle parole del filosofo Alexander von Humboldt, si passa al confronto fra questi due modi opposti di vivere e stare nel mondo, con i protagonisti filmati e intervista (da un lato i membri della famiglia, dall'altra gli scienziati impegnati nella costruzione) che danno voce ai loro pensieri e alla loro visione.

Un'opera dallo sguardo antropologico, in cui il regista italiano mette a confronto e in parallelo due esperienze utopiche e cerca di farne una sintesi attraverso le sue immagini.

Affascinato dal silenzio della natura, dai rumori di un macchinario, dalla cadenza magica di di una fiaba, dall'incedere di una preghiera o semplicemente dalla limpidezza di parole sincere, autentiche, mai oppositive, come tutte quelle che si ascoltano nel film, nonostante a parlare siano personaggi divisi da tutto, dalla posizione geografia, dall'idea di mondo e soprattutto di futuro, Enrico Masi ha realizzato un film di estrema, calibrata precisione. Un'opera razionale, sospesa sull'abisso dell'incertezza.

[...] Nella sua struttura duplice e alternata, Terra incognita dichiara fin da subito di essere un film sull'umanità, sui tentativi che gli uomini e le donne mettono in atto per controllare la natura, e sé stessi, per convogliare in un sistema chiuso, sia quello di una centrale nucleare o di una comunità rurale, molteplici fonti di energia: naturale, mentale, psichica, artistica, spirituale... L'ambizione di Masi è quella di convogliare nel suo film le stesse forze contrastanti di cui parla, provando a controllarne la potenza evocativa e forse distruttiva.

Alberto Manassero My Movies 06.11.2024