Fonte: Climate&Capitalism - 05.04.2024

I livelli dei tre principali gas serra prodotti dall'uomo – anidride carbonica (CO2), metano e protossido di azoto – hanno continuato a salire costantemente nel 2023, secondo la National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) statunitense.

Sebbene l'aumento dei tre gas che intrappolano il calore registrato nei campioni d'aria nel 2023 non sia stato così elevato come i salti record osservati negli ultimi anni, è stato in linea con i forti aumenti osservati nell'ultimo decennio.

La concentrazione superficiale globale di CO2, calcolata in media su tutti i dodici mesi del 2023, è stata di 419,3 parti per milione (ppm), con un aumento di 2,8 ppm durante l'anno. Questo è stato il dodicesimo anno consecutivo in cui la CO2 è aumentata di oltre 2 ppm, estendendo il più alto tasso sostenuto di aumenti di CO2 durante i sessantacinque anni di monitoraggio. Tre anni consecutivi di crescita della CO2 di 2 ppm o più non si erano mai visti nei registri di monitoraggio della NOAA prima del 2014. La CO2 atmosferica è ora superiore di oltre il 50% rispetto ai livelli preindustriali.


L'aumento del 2023 è il terzo più grande dell'ultimo decennio, probabilmente il risultato di un aumento continuo delle emissioni di CO2 da combustibili fossili, unito a un aumento delle emissioni di incendi, forse come risultato della transizione da La Niña a El Niño.

Il metano atmosferico, meno abbondante della CO2 ma più potente nell'intrappolare il calore nell'atmosfera, è salito a una media di 1922,6 parti per miliardo (ppb). L'aumento del metano nel 2023 rispetto al 2022 è stato di 10,9 ppb, inferiore ai tassi di crescita record registrati nel 2020 (15,2 ppb), nel 2021 (18 ppb) e nel 2022 (13,2 ppb), ma comunque il quinto più alto da quando nel 2007 è iniziata la ripresa della crescita del metano. I livelli di metano nell'atmosfera sono ora più alti del 160% rispetto al livello preindustriale.

Nel 2023, i livelli di protossido di azoto, il terzo gas serra più significativo prodotto dall'uomo, sono aumentati di 1 ppb, raggiungendo 336,7 ppb. I due anni di maggiore crescita dal 2000 si sono verificati nel 2020 (1,3 ppb) e nel 2021 (1,3 ppb). L'aumento del protossido di azoto nell'atmosfera negli ultimi decenni è dovuto principalmente all'uso di fertilizzanti azotati e di letame a causa dell'espansione e dell'intensificazione dell'agricoltura. Le concentrazioni di protossido di azoto sono superiori del 25% rispetto al livello preindustriale di 270 ppb.

Il fattore di gran lunga più importante che contribuisce al cambiamento climatico è la CO2, emessa principalmente dalla combustione di combustibili fossili. L'inquinamento da CO2 causato dall'uomo è aumentato da 10,9 miliardi di tonnellate all'anno negli anni '60 – quando sono iniziate le misurazioni presso l'Osservatorio di Mauna Loa alle Hawaii – a circa 36,6 miliardi di tonnellate all'anno nel 2023, stabilendo un nuovo record.

La quantità di CO2 presente nell'atmosfera oggi è paragonabile a quella di circa 4,3 milioni di anni fa, durante l'epoca del Pliocene medio, quando il livello del mare era più alto di circa 23 metri rispetto a oggi, la temperatura media era di 7 gradi Fahrenheit più alta rispetto all'epoca preindustriale e grandi foreste occupavano aree dell'Artico ora coperte dalla tundra.

Circa la metà delle emissioni di CO2 causate dai combustibili fossili fino ad oggi è stata assorbita dalla superficie terrestre, divisa all'incirca in parti uguali tra gli oceani e gli ecosistemi terrestri, comprese le praterie e le foreste. La CO2 assorbita dagli oceani del mondo contribuisce all'acidificazione degli oceani, che sta causando un cambiamento fondamentale nella loro chimica, con impatti sulla vita marina e sulle persone che dipendono da essa. Gli oceani hanno anche assorbito circa il 90% del calore in eccesso intrappolato nell'atmosfera dai gas serra.


(Adattato da materiali forniti dal NOAA, 5 aprile 2024)

Traduzione di Alessandro Cocuzza

Fonte: Climate&Capitalism 05.04.2024


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